Il Macse è uno strumento importante, forse il più importante in Europa per quanto riguarda le BESS, che, proprio per la sua importanza, ha la capacità di influenzare la struttura del mercato. Almeno in Italia, quindi, emerge fortemente la tendenza verso un mercato BESS altamente regolamentato.
“Attualmente abbiamo moltissimi contatti e numerose proposte che abbiamo sottoposto agli operatori. La fase di finanziamento potrà concretizzarsi solo a valle dell’esito delle gare. C’è una domanda molto rilevante, portafogli che prevalentemente si stanno concentrando su Macse e marginalmente su Capacity Market e tolling agreement, che invece emergeranno maggiormente dopo il Macse”, ha detto Luca Matrone, head of Energy Industry della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, durante il convegno di Italia Solare a Milano.
Matrone ha ricordato che il regolatore sta incentivando le banche verso asset sempre più sostenibili, grazie anche al Green Asset Ratio (GAR) e agli obblighi di disclosure del rischio climatico a cui le banche sono sottoposte.
Stefano Cavriani, founder di EGO Energy e consigliere di Italia Solare ha poi aggiunto che i progetti che rientreranno nel Macse, potendo essere ibridi, potrebbero avere anche una parte della capacità che andrà merchant oppure in tolling, ma quest’ultimo avrebbe un profilo di rischio simile a quello del Macse (che è esso stesso un tolling).
Secondo Matrone le banche saranno disponibili a valutare una componente merchant contenuta, stimata attorno al 10%.
Salvatore Casa, partner di Elemens, si aspetta appunto che il mondo BESS non sarà solo Macse.
“Mi aspetto che molti impianti che rimarranno fuori dal Macse cercheranno alternative”, ha detto Casa, aggiungendo che i progetti Macse “l’asta sarà sicuramente molto competitiva con i prezzi che vedranno forti ribasssi a valori davvero molto lontani anche dal primo cap proposto di 32mila€/MWh”.
Secondo gli esperti si dovrebbero andare sotto i 25 mila euro/MWh.
La prima asta Macse è comunque perfettibile, spiegano gli esperti.
Fabio Zanellini, Energy Market & Regulations manager di Neoen Renewables Italia e coordinatore del gruppo sistemi di accumulo e idrogeno di Italia Solare, ha parlato di punti che sono emersi come critici.
“Questa è la prima asta, quindi è normale ci siano aspetti perfettibili. Le FAQ sono state molto utili: abbiamo capito il concetto di massima capacità come anche il cambio di proprietà dell’asset; sarebbe stato però utile avere questi chiarimenti a fine primavera, inizia estate. Un’altra novità che ha disorientato gli operatori: la durata target di 8 ore. Nell’ultimo update la durata è stata ridotta a 4 ore. Questo ha richiesto una riorganizzazione dei business plan. Altro elemento è la facoltà di sviluppare impianti ibridi con parti Macse e parti merchant. Su questa possibilità c’è incertezza sia nella fase di dimensionamento che in quella di gestione in tempo reale, per la quale devono essere ancora definite le regole operative”, ha detto Zanellini.
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