“Abbiamo deciso di riunire istituti, aziende e associazioni perché la space economy sta crescendo rapidamente e ha bisogno di soluzioni fotovoltaiche nuove”, ha spiegato Narges Yaghoobi Nia, organizzatrice di PVSPACE, a pv magazine. “La conferenza è focalizzata proprio su questo: quali tecnologie servono oggi a costellazioni e piccoli satelliti in low earth orbit (LEO)?”.
Oggi il fotovoltaico spaziale si affida soprattutto alle celle tradizionali, affidabili ma costose e rigide. La nuova frontiera, sostiene Yaghoobi Nia, è la perovskite. In termini di costo “è molto più economica delle tecnologie attuali”, garantisce elevata resistenza “grazie a una buona tolleranza alle radiazioni” e si distingue per leggerezza e flessibilità “depositandosi su substrati flessibili, riducendo massa e volume”.
La space economy corre, e con essa cresce il bisogno di energia pulita, leggera e a basso costo per satelliti e costellazioni in orbita bassa. È da questa urgenza che nasce la conferenza PVSPACE – New Generation Photovoltaics for Space, arrivata alla quarta edizione: tre giorni in cui università e aziende si confrontano su come portare in orbita la prossima generazione di celle solari.
In ambito spaziale, il peso è denaro: meno chilogrammi al lancio significa costi più bassi e più spazio per il carico utile. Se la perovskite saprà garantire efficienze competitive e stabilità sufficiente, “si apre una finestra reale per sostituire – almeno in parte – le soluzioni correnti”, ha spiegato l’organizzatrice.
La pervovskite nel fotovoltaico spaziale può diventare realtà in “meno di dieci anni” secondo Yaghoobi Nia. Un arco temporale in cui potrà arrivare “a coprire in modo utile le necessità energetiche dei satelliti di nuova generazione”.
La quarta edizione della conferenza ha raccolto “60 contributi, non solo uditori ma ricercatori e aziende che presentano i propri lavori”. Tra i partecipanti, interventi da player industriali impegnati in nuove piattaforme satellitari e applicazioni per il fotovoltaico di prossima generazione.
Per la prossima edizione, che si terrà sarà in India nel 2026, l’organizzazione si aspetta numeri ancora più elevati.
All’evento conclusivo della conferenza, sono stati assegnati i premi “Best Contribution Talk Prize” a Christoph Lindenmeir
della Technical University of Munich per il talk dal titolo “Degradation of Printed Organic Solar Cells During Thermal Cycling” (Panel 4).
Per la voce “Best Poster Prize”, invece, è risultata vincitrice Tatyana Khokhlova della Russian Academy of Sciences per il poster “Stability Assessment of Organic Solar Cells Under Simulated Orbital Conditions”.
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