La Giunta della Lombardia ha avviato i lavori per l’individuazione delle zone di accelerazione per l’installazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili (FER). La delibera del 6 giugno 5116/2025 avvia il procedimento di approvazione del Piano, la relativa valutazione ambientale strategica (VAS) coordinata con la valutazione di incidenza (Vinca) e individua le direzioni generali competenti.
L’allegato A definisce il modello metodologico procedurale articolato in 10 fasi. A seguito dell’avvio del procedimento, avviene l’elaborazione del documento preliminare di Piano e del rapporto preliminare di VAS e la consultazione preliminare con prima conferenza di valutazione e forum pubblico.
Dopo l’elaborazione e la presa d’atto del Piano, ci sarà una seconda fase di consultazione pubblica con conferenza di valutazione e forum pubblico. La Giunta, con propria deliberazione, approverà il Piano che verrà pubblicato sul sito della Regione.
Durante l’attuazione del Piano approvato, secondo i tempi stabiliti nel rapporto ambientale approvato, saranno elaborati periodicamente rapporti di monitoraggio in cui sono illustrati i risultati del monitoraggio effettuato e le eventuali misure correttive adottate.
Le zone di accelerazione sono state inserite tra le previsioni dell’articolo 12 del Testo unico FER (n. 190/2024) a seguito di modifiche introdotte col DL Infrastrutture (n. 73/2025). La legge prevede che sono considerate zone di accelerazione le aree industriali, definite dagli strumenti urbanistici regionali, sovracomunali o comunali situate nelle superfici individuate dal Gestore dei servizi energetici (GSE).
La Giunta regionale della Sardegna ha approvato con delibera 45/1 di fine agosto la proposta di “Piano regionale di individuazione delle zone di accelerazione terrestri” con cui ha definito le zone di accelerazione unicamente per fotovoltaico e sistemi di stoccaggio.
Nella relazione tecnica preliminare, la Regione ha spiegato l’esclusione delle altre fonti rinnovabili perché si ritiene che le semplificazioni per le zone di accelerazione “non risultino genericamente compatibili con le altre tipologie di impianti FER, per le quali risulta indispensabile effettuare le dovute valutazioni in merito alla localizzazione e alla ricaduta ambientale, paesaggistica, economico-sociale relative alla loro realizzazione”.
L’assessora regionale della Toscana alla Transizione ecologica, Monia Monni, ha illustrato a inizio agosto in Consiglio regionale il “Piano di individuazione delle zone di accelerazione terrestri per gli impianti a fonti rinnovabili e gli impianti di stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili” approvato dalla Giunta.
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