Statkraft: costi del fotovoltaico diminuiranno, ma a ritmo più lento. Rischi? Geopolitici

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L’efficienza dei moduli fotovoltaici ha continuato a migliorare a un ritmo costante e le dimensioni maggiori dei pannelli stanno riducendo i costi dell’impianto. Tuttavia, con la contrazione dei margini per i moduli fotovoltaici, Statkraft prevede una stabilizzazione dei costi, nonostante il continuo aumento dell’efficienza dei moduli. I costi dei moduli rappresentano ora solo il 20% circa dei costi totali di installazione.

“Se volete un motivo per essere ottimisti sul futuro della transizione energetica, basta guardare in alto. Quindici anni fa, l’AIE stimava che l’energia solare avrebbe raggiunto i 294 GW della capacità elettrica mondiale entro il 2030. Alla fine del 2024, avevamo già superato i 2200 GW. Lo scorso giugno, il solare è stato la più grande fonte di energia nell’UE per il primo mese in assoluto”, ha detto nel rapporto Birgitte Ringstad Vartdal, AD di Statkraft, aggiungendo che “l’energia solare ed eolica sono sulla buona strada per diventare le principali fonti energetiche mondiali entro il 2035”.

Secondo Statkraft, il fotovoltaico ha creato catene di approvvigionamento più resistenti alle incertezze degli ultimi anni. I costi del fotovoltaico solare e delle batterie, si legge nel rapporto, sono diminuiti di circa il 90% negli ultimi 15 anni, mentre quelli dell’eolico onshore sono diminuiti di circa il 70%.

“I costi delle tecnologie pulite mature continueranno a diminuire. I costi delle energie rinnovabili sono stati notevolmente ridotti dal
2010. Si prevede che i costi diminuiranno ulteriormente, ma a un ritmo più lento fino al 2050”, recita il rapporto, aggiungendo che il notevole calo dei costi delle batterie sta sbloccando una flessibilità fondamentale, necessaria per implementare maggiormente l’energia eolica e solare.

Al contrario tecnologie immature come l’idrogeno e la CCS hanno subito battute d’arresto a causa dell’aumento dei costi.

Il costo livellato dell’elettricità per il fotovoltaico, come riportato dal rapporto di Statkraft, è poi significativamente inferiore rispetto a quello per il nucleare. Ciononostante il futuro del fotovoltaico è quello più dipendente da una serie di fattori e politiche.

Statkraft ha presentato tre scenari. Lo scenario della Transizione verde o Green Transition “è lo scenario più ottimistico ma plausibile”. Prevede che l’innovazione tecnologica, le forze di mercato e politiche proattive convergano per accelerare la transizione energetica. Nello scenario Transizione ritardata, le tensioni geopolitiche persistono, ma il commercio rimane relativamente stabile grazie a nuove alleanze. Nello scenario Instabilità, l’Europa è sempre più isolata, il mondo si allontana da un ordine basato su regole guidate dall’Occidente. Minacce geopolitiche ostili, attacchi informatici, dispute territoriali, ingerenze straniere dominano l’agenda.

“Il solare fotovoltaico (PV) è la tecnologia con la maggiore differenza tra gli scenari e si prevede che la produzione crescerà tra 8 e 16 volte dal 2023 al 2050. Nello scenario Green Transition, il solare riceve un sostegno politico continuo, non solo sotto forma di sussidi diretti, ma anche attraverso il sostegno a opzioni di flessibilità come lo stoccaggio di energia, la rete e la risposta dal lato della domanda. Negli altri scenari, tuttavia, l’equilibrio tra solare e flessibilità si sviluppa in modo meno favorevole per il solare”, si legge nel rapporto.

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