L’Ispra ha detto che la superficie netta di tetti disponibile per l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici può variare da 870 a 1.137 km2. Si tratta di 87.000-113.700 ettari.
“Ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza variabile dai 84 ai 110 GW che sarebbe possibile installare su fabbricati esistenti”, ha detto l’Ispra in due nuovi rapporti parlando degli usi del suolo.
I consumi di suolo, esclusi gli impianti fotovoltaici a terra, ammontano intanto a 6.669 ettari nel 2024, mentre i pannelli fotovoltaici a terra hanno coperto, nel 2024, 1.702 ettari, di cui l’80% su superfici precedentemente utilizzate ai fini agricoli. In totale si tratta di 8.371 ettari di suolo consumato nel 2024.
Evoluzione del fotovoltaico a terra: consumo di suolo
Gli ettari coperti da fotovoltaico nel 2024 “rappresentano una porzione importante del nuovo suolo consumato reversibile, in forte aumento rispetto ai 420 ettari rilevati nel 2023, ai 263 ettari del 2022 e ai 75 del 2021, seppure con impatti diversi a seconda del tipo di impianto”.
Lo riportano il rapporto Ambiente SNPA 2025 e il rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici 2025, pubblicati dall’Ispra.
Le regioni in cui nell’ultimo anno si è destinato più territorio al fotovoltaico a terra sono Lazio (443,1 ettari), Sardegna (292,7 ettari) e Sicilia (271,8 ettari).
“Gli stessi dati del GSE indicano, a differenza degli anni precedenti, un decremento nelle categorie di impianti di dimensioni più piccole (sotto i 30 kW), sia in termini di numero che di potenza installata. Questo calo nella tendenza a progettare i nuovi impianti con dimensioni compatibili con una localizzazione non a terra è un aspetto che ci allontana dall’obiettivo dello sfruttamento dei tetti degli edifici e dei fabbricati più grandi o di altre superfici già consumate”.
A livello nazionale, dai dati SNPA, risultano occupati da impianti fotovoltaici a terra circa 18.837 ettari (o 188,37 km2), equivalenti a circa 11.080 MW di potenza.
La distribuzione dei pannelli fotovoltaici installati a terra a livello regionale è eterogenea, con un massimo in Puglia (con 5.245 ettari, circa il 28% di tutti gli impianti nazionali), seguita da Lazio (2.046 ha) ed Emilia-Romagna (1.864 ha). Le regioni su cui risulta installato il numero più basso di impianti a terra sono il Trentino-Alto Adige (11,2 ha), la Valle d’Aosta (1,3 ha) e la Liguria (0,2 ha).

Immagine: Ispra
A livello nazionale, il ripristino ammonta a circa 520 ettari nel 2024, per un consumo di suolo netto nel 2024 pari a 7.850 ettari, di cui 1.294 ettari che rientrano nel consumo di suolo permanente e 70,76 nel consumo di suolo reversibile.
Il consumo di suolo nel 2024 è trainato dai nuovi cantieri (4.678 ettari, il 56% del consumo di suolo annuale). Si tratta di aree generalmente in transizione che saranno in gran parte convertite, negli anni successivi, in aree a copertura artificiale permanente (come edifici e infrastrutture) e, in misura minore, saranno ripristinate, spiega Ispra.
“Tra le altre classi, la crescita degli edifici nel 2024 è stata pari a 623 ettari, delle aree estrattive di 436 ettari, delle infrastrutture di 351 ettari, di altre coperture artificiali come piazzali, cortili, campi sportivi o discariche di 581 ettari. Se si escludono le nuove aree di cantiere, il consumo permanente rappresenta il 35% del totale, con una prevalenza di edifici, piazzali pavimentati e strade”, si legge nel rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici 2025.
Le aree destinate alla logistica, nell’ultimo anno, sono aumentate di 432 ettari, soprattutto in Emilia-Romagna (+107 ettari), in Piemonte (+74 ettari) e in Lombardia (+69 ettari). A questo è da aggiungere lo spazio richiesto da data center. “Tale sviluppo ha comportato, nel 2024 e considerando gli interventi più significativi, l’occupazione di oltre 37 ettari di superficie, con una concentrazione prevalente nelle aree settentrionali del Paese”.
Il fotovoltaico è quindi la seconda ragione di consumo di suolo dopo cantieri, prima della costruzione di nuovi edifici.
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