pv magazine Italia ha parlato con Nicola Baggio, special projects director presso FuturaSun e AD di OffgridSun, per capire meglio il suo intervento su LinkedIn riguardante l’articolo 12, comma 1, lettera c), del decreto-legge 9 dicembre 2023, da lui definito “il comma 3Sun”. Il comma è stato di recente richiamato dalla Legge di Bilancio 2026, creando, secondo Baggio, un vantaggio per 3Sun.
Secondo Baggio non è vero che i moduli di cui alla lettera c) siano più efficienti per esempio dei moduli di cui alla lettera a). Questo il primo problema.
“Dato che l’efficienza è la potenza/superficie è chiaro qualsiasi modulo ha una efficienza inferiore a quella delle celle con cui esso stesso è realizzato. questo perché il modulo ha tutta una serie di superfici che non convertono luce in energia: per esempio gli spazi tra le celle, le cornici, i busbar, eccetera. Tuttavia tutti questi spazi sono essenziali per garantirne il corretto funzionamento: la cella nuda da sola dopo 10 secondi sarebbe rotta. Quindi, nella norma si è voluto mettere 3 livelli crescenti ma la lettera a) parla di efficienza di modulo mentre la b) e la c) di quella delle celle. Così al lettore profano sembra che la c) sia migliore, ovvero più efficiente della a) ma spesso così non è. Anzi, sul portale dell’Enea ordinando appunto per efficienza di modulo si vede come i moduli meno efficienti siano in lettera c) e con efficienze del 20%, ben al di sotto della lettera a)”, ha detto Baggio a pv magazine Italia.
Baggio aveva scritto di recente su LinkedIn che è falso quanto contenuto nell’art. 94 comma 6 lettera c) della Legge di Bilancio di recente bollinata. L’articolo 94, al Titolo VI, Capo I, introduce la maggiorazione dell’ammortamento per gli investimenti in beni strumentali (iperammortamento 2026); il comma 6 definisce i casi in cui si considera la riduzione dei consumi energetici di cui al comma 5; la lettera c) spiega quali siano i moduli per gli investimenti in impianti fotovoltaici.
“Va contro le leggi della fisica dire che se si usano moduli di cui alla lettera c) si consegue automaticamente il risparmio energetico. Anzi, tali interventi saranno esattamente gli unici dove non ci sarà nessuna efficienza energetica nelle aziende.”
Baggio ha poi detto a pv magazine Italia che il comma 6 dell’art. 94 della Legge di Bilancio introduce delle corsie preferenziali per semplificare il riconoscimento dell’intervento trainante.
“La prima fattispecie è la sostituzione di macchine già ammortizzate da oltre 24 mesi: la ratio è chiara ovvero se cambi un macchinario di 15 anni fa è realistico che quello di oggi sia meno energivoro. Quindi, ci sta che si sta facendo efficienza energetica. La seconda fattispecie è se l’intervento lo fa una Esco: anche qui è abbastanza logico che se una Esco interviene realizza efficienza energetica altrimenti senza di essa la Esco stessa ci rimetterebbe. Quindi di nuovo, pare ragionevole. Il terzo caso è invece quello in cui si installano i moduli lettera c). Ora, qui non si fa nessuna efficienza energetica. Si fa nuova generazione da fonte rinnovabile, tanto quanto se l’impianto fosse fatto con moduli lettera a) o b), ma magicamente questo diventa un caso “trainante” di efficienza energetica. È insensato oltre che falso”, ha detto Baggio.
Secondo il direttore di FuturaSun, l’articolo 12, comma 1, lettera c), del decreto-legge 9 dicembre 2023 dovrebbe essere riscritto. Si ricordi che il decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, è stato poi convertito, con modificazioni, dalla legge 2 febbraio 2024, n. 11.
“Tale articolo dovrebbe essere riformulato indicando: 1) solo efficienza di modulo, 2) non entrando nella fisica della cella fotovoltaica (se raggiungo il 25% con TopCon o IBC perchè non posso essere in lettera c?), 3) se si vuole prevedere un criterio anche sulle celle ben venga ma al momento non ci sono produttori europei di celle quindi si dovrebbe prevedere l’eleggibilità di celle fatte da produttori non sotto controllo cinese (un po’ sulla falsariga di NZIA), 4) se vogliamo far ripartire una filiera europea dobbiamo ragionare da europei, non guardando solo al nostro piccolo orticello nazionale. Se i tedeschi domattina decidessero di approvare solo moduli IBC sarebbe un grave danno per 3Sun: quindi non fare certe porcherie è anche per evitare che ci si ritorcano contro nel prossimo futuro”, ha aggiunto Baggio.
pv magazine Italia ha contattato Enel e il Governo, ma non ha, al momento della pubblicazione, ricevuto risposta.
Il technical director presso FuturaSun spiega poi che il FerX transitorio con non price criteria (NZIA) non ha a che fare con la legge criticata su LinkedIn.
“NZIA introduce tutt’altri criteri. Non ci sono norme ad aziendam e non si indicano tecnologie specifiche. Non si danno efficienze minime. NZIA non parla di Made in EU, ma solo di resilienza rispetto alla fonte dominante (cioè Cina). I non pricing criteria potranno essere declinati anche su criteri tecnici ma definiti come punteggi che vanno oltre dei prerequisiti di accesso. Al massimo il Made in EU è un sottoinsieme di NZIA ma nemmeno sempre”, ha concluso Baggio.
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