Ieri, ECO The Photovoltaic Group ha annunciato la nomina di Christian Previati come nuovo Direttore Marketing. Un cambio che sorprende il settore, abituato negli ultimi cinque anni ad associare il suo volto al KEY – The Energy Transition Expo poichè al timone delle relative fortunate strategie di marketing, comunicazione e sviluppo in Italian Exhibition Group.
pv magazine Italia lo ha intervistato a caldo, in un momento particolarmente dinamico per ECO che ha avviato un importante piano di potenziamento dell’organico: prevede 29 nuove assunzioni fino a giugno 2026, di cui la metà già avvenuta.
Dopo anni alla guida di grandi eventi e fiere internazionali, come inquadri questo nuovo percorso?
In questo lustro ho avuto un osservatorio privilegiato su tutta la dinamica della transizione energetica. Quando sono entrato nel progetto del KEY, nel 2020, la fiera era piccola, due padiglioni all’interno di Ecomondo. Ho creduto fin da subito nel suo potenziale inespresso e abbiamo costruito qualcosa di importante: oggi, KEY – The Energy Transition Expo è la seconda fiera europea del solare. Oggi arrivo in ECO in un contesto differente, una realtà già consolidata e con asset forti. Ma c’è tuttavia ancora molto potenziale da esprimere, e la proprietà – insieme al nuovo CEO Valerio Natalizia – sta proprio investendo e lavorando per valorizzarlo, creando una squadra dedicata, capace di far crescere il gruppo con rapidità e coerenza.
Qual è il tuo primo passo concreto in ECO?
Conoscere a fondo la realtà dell’azienda, che è articolata, tecnica, con diverse società e competenze che spaziano dalla progettazione alla realizzazione degli impianti, fino alla vendita virtuale di energia. C’è anche la parte sperimentale legata all’agrivoltaico, con progetti nati a supporto delle aziende agricole. Comprendere questa complessità è il punto di partenza per costruire una strategia di comunicazione efficace.
Dal tuo osservatorio sul comparto, quali tendenze vedi all’orizzonte per il fotovoltaico italiano?
Non mi aspetto cambiamenti “disruptive”, ma piuttosto una fase di consolidamento. Tutto ciò che si è discusso negli ultimi anni sta finalmente entrando nella fase delle aste e delle realizzazioni: parliamo di 6-8 GW da installare entro il 2028. Questo genererà una nuova domanda di capacità produttiva e impiantistica.
A livello di marketing e comunicazione – il tuo forte – quale la chiave per comunicare tutto questo?
La transizione energetica cambia anche la percezione stessa dell’energia, non più solo come costo da gestire. Nella mia visione, uno dei passaggi chiave nei prossimi anni sarà proprio quello di uscire dall’idea che l’energia, fotovoltaico incluso, sia una semplice commodity: oggi molte imprese e settori la vivono solo come una voce di spesa, ma la verità è che non si può più procrastinare. Il tema energetico va affrontato in modo strategico e integrato, non solo per ridurre i costi, ma anche per stabilizzare i prezzi, minimizzare l’impatto ambientale e cogliere nuove opportunità industriali. Nessuna realtà aziendale può più permettersi di considerare l’energia un elemento marginale, delegato o rimandato.
Come farlo capire in modo efficace?
Il passaggio chiave è la conoscenza. Occorre diffondere consapevolezza sul tema energetico anche in settori che finora ne sono rimasti ai margini. Poi arriverà la fase di adozione delle tecnologie già mature, e infine quella in cui l’approccio energetico sarà un prerequisito naturale di qualsiasi business plan.
KEY Energy 2026: ECO sarà presente?
Certamente, e in modo importante. Saremo protagonisti di un nuovo padiglione interamente dedicato a EPC e finanza, un format inedito a livello europeo su cui lavoravamo da oltre un anno. È uno spazio pensato per far dialogare chi costruisce e chi finanzia gli impianti, generando nuove sinergie. È un progetto in cui credo molto, anche perché rappresenta, in un certo senso, il punto di contatto tra il mio passato e il mio presente. Mi piace sottolinearlo: la mia uscita da Italian Exhibition Group è avvenuto in modo positivo e armonioso e il mio entusiasmo per il nuovo progetto è grande poichè mi permette di continuare a contribuire, nel mio piccolo, alla fondamentale partita della transizione energetica.
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