Paolo Zucchetto, area manager Nord-ovest di Peimar, ha condiviso con pv magazine Italia dei pensieri sull’articolo 94 del testo della versione bollinata (RGS) del Disegno di Legge di Bilancio 2026.
“Ciò che, a mio avviso, va in primis evidenziato è che l’articolo 94 prevede due misure distinte, dedicate a interventi sostanzialmente differenti, in estrema sintesi: +180% di ammortamento per impianti fotovoltaici nuovi in autoconsumo, realizzati con moduli Made in EU e installati presso strutture produttive (comma 3); +220% di ammortamento per investimenti di transizione ecologica, cioè interventi funzionali alla riduzione dei consumi energetici della struttura o dei processi produttivi (comma 5), in una logica che richiama la Transizione 5.0”, ha detto Zucchetto.

Immagine: Peimar
Secondo Zucchetto, contrariamente a quanto si legge ovunque in rete, in assenza di un progetto di efficientamento energetico finalizzato alla riduzione dei consumi, non vi è alcun diritto “automatico” al +220% per l’impianto fotovoltaico, nemmeno se impiega moduli di categoria C.
“È utile ricordare al lettore che il fotovoltaico non riduce i consumi, ma solo i prelievi da rete, e quindi da solo non rientra nel comma 5. Questo principio è coerente con quanto chiarito da Mimit e Mase per la Transizione 5.0 in diverse occasioni”.
Zucchetto continua, sottolineando che il successivo comma 6 prevede che, in presenza di moduli di categoria C, la riduzione dei consumi del progetto di transizione si consideri “conseguita”, ma ciò implica che vengano comunque rispettati tutti gli adempimenti di tipo tecnico, burocratico e fiscale previsti, e di cui lo stesso comma 6 richiama: piattaforma GSE per dichiarazioni e certificazioni. Il comma 10 rinvia a un decreto attuativo che disciplinerà procedura di accesso, contenuti, modalità e termini delle comunicazioni periodiche e della documentazione utile a dimostrare la spettanza del beneficio.
“Riguardo il provvedimento , la mia opinione personale è che il legislatore abbia voluto compensare il maggior costo dei moduli europei classe C, si pensi a 3Sun, con un alleggerimento formale, così da non penalizzarli, alla luce dell’attuale ingresso massiccio sul mercato italiano di prodotti “Made in EU” a basso costo, perlopiù commercializzati da noti marchi italiani ma provenienti dall’Europa dell’Est. Non si tratta tuttavia di un favoritismo: i moduli “C” restano più costosi e un vantaggio burocratico non altera gli equilibri di mercato. È, piuttosto, un bilanciamento tecnico”, ha detto Zucchetto.
La posizione è diversa da quella espressa da altri esperti, anche se il sostegno a moduli Made in EU è uno sviluppo tendenzialmente accolto positivamente da tutti gli operatori.
Secondo il manager di recente entrato in Peimar, azienda che produce a Castegnato (BS) pannelli fotovoltaici da diversi anni, è molto più probabile che abbia successo la misura del +180%, destinata agli impianti fotovoltaici in autoconsumo, rispetto al +220% riservato ai soli progetti di transizione, molto più onerosi sotto il profilo progettuale e documentale.
“Sul piano terminologico sono del parere che sarebbe preferibile evitare i richiami a “superammortamento” e “iperammortamento”. Si tratta di vecchie agevolazioni fiscali, molto diffuse in passato, che non richiedevano alcun iter su piattaforme GSE e si applicavano in dichiarazione con la sola documentazione contabile (ed eventuale perizia per i beni 4.0). La nuova maggiorazione dell’ammortamento, concepita come misura successiva alla Transizione 5.0, invece, prevede adempimenti su piattaforma GSE e un decreto attuativo che definirà le procedure. Usare quelle etichette rischia, a mio avviso, di confondere il lettore, facendo pensare a un accesso “senza pratiche” che qui è già formalmente escluso”.
Da produttore italiano, Zucchetto valuta positivamente l’impostazione della manovra perché, a suo dire, favorisce concretamente il Made in EU, in coerenza con la Transizione 5.0, il Conto Termico 3.0 e i bandi legati al Net-Zero Industry Act (NZIA).
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