Nel cuore dell’Agro Pontino, in provincia di Latina, è stato completato il Campo AgroSolare Pontinia. A pv magazine Italia, ha raccontato i dettagli dell’impianto agrivoltaico Maurizio Manenti, CEO di Solarfields, azienda che ha completato il progetto.
Manenti esordisce sottolineando che il progetto ha coniugato energia rinnovabile, agricoltura sostenibile e inclusione sociale. “L’idea nasce nel 2018 dall’incontro tra Solarfields e la Fattoria Solidale del Circeo di Marco Di Stefano. Con il supporto scientifico dell’Università della Tuscia, il progetto è stato sviluppato su solide basi agronomiche e tecnologiche, guadagnando credibilità anche presso le istituzioni”, spiega.
Un ruolo decisivo lo ha avuto Cero Generation, società del Gruppo Macquarie, che ha creduto nella visione e ne ha sostenuto sviluppo, finanziamento e costruzione. Fondamentale anche il contributo della Regione Lazio, in particolare degli Uffici VIA, che hanno garantito un iter autorizzativo rapido ed efficiente, distinguendosi rispetto alla media nazionale.
Campo AgroSolare si estende su 130 ettari e raggiunge una potenza complessiva di 70 MW, “configurandosi al momento della costruzione come il più grande impianto agrivoltaico del Lazio”, afferma Manenti. La struttura comprende 150.000 moduli fotovoltaici, 56 inverter e 12 cabine di trasformazione. La connessione alla rete Terna a 150 kV avviene tramite una centrale MT/AT con trasformatore OFAF da 80 MVA.
“Alla realizzazione hanno partecipato 38 imprese, con lavori svolti tra maggio 2022 e settembre 2024. L’impianto è uno dei primi in Italia ad essere realizzato senza sussidi statali, grazie a contratti di vendita di energia a lungo termine con aziende come Philips e Heineken”, afferma Manenti.
Il risultato è la produzione di energia pulita per oltre 50.000 abitazioni. “Il progetto va oltre i numeri: è la prova che energia e agricoltura possono convivere in armonia”. il CEO di Solarfields precisa che l’integrazione agricola è il cuore del progetto e che all’esterno dell’area fotovoltaica sono stati piantati ulivi (da tavola e da olio), viti tipiche del territorio pontino ed eucalipti, specie caratteristica della zona.
“Sono state introdotte anche piante mellifere e arnie, creando un habitat ideale per le api grazie all’assenza di trattamenti chimici. All’interno dell’impianto, il piano agronomico prevede il 58,5% di colture erbacee, come erba medica, l’1,5% di piante arboree e il 5% di coltivazioni stagionali lungo le fasce di mitigazione”.
Manenti precisa che queste attività consentono il monitoraggio ambientale e la creazione di un eco-schema in linea con la nuova PAC.
“Il progetto ha anche una forte valenza sociale. In collaborazione con la Fattoria Solidale del Circeo, Cero Generation offre opportunità di lavoro a persone con disabilità e in condizioni di svantaggio. Inoltre, sostiene l’associazione La Rete, impegnata in progetti educativi e di inclusione”, aggiunge il CEO.
Il Campo AgroSolare è diventato, quindi, un laboratorio di formazione che nell’ultimo anno ha ospitato studenti europei grazie al programma BIP Smart Game dell’Università Tor Vergata, dedicato alla figura del Rural-Energy Manager.
Questo progetto è stato protagonista di un premio. Le caratteristiche innovative e sostenibili del progetto hanno portato alla vittoria di un premio riconosciuto a Raffaele Galatà, attuale Head of Development – Italy di Cero Generation, tra i leader della sostenibilità in Italia. Il premio è stato conferito da CeoforLife e Task Force Italia, nell’ambito del programma dedicato alla transizione ecologica e alla valorizzazione del territorio.
Una curiosità dal cantiere? Durante gli scavi, la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica ha portato a ritrovamenti che hanno ispirato lo studio scientifico “The Pontine Marshes: An integrated study of the origin, history, and future of a famous landscape”. Lo studio ha rivelato l’origine tettonica della piana pontina (graben), la presenza di torbe e argille organiche e la subsidenza dovuta alla compattazione dei sedimenti torbosi.
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