Sei punti di vista sul Testo Unico FER: Sportello Unico Energie Rinnovabili

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pv magazine Italia ha sentito sei esperti, tra cui cinque avvocati, per capire le principali novità derivanti dal Testo Unico FER. L’articolo verrà pubblicato in puntate. Dopo aver parlato delle principali novità, degli impianti ibridi, della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), degli impianti su tetto, delle opere connesse, degli interventi di repowering, di BESS e idrogeno, di PAS e AU, di contributi compensativi, di risoluzione extragiudiziale delle controversie e di fotovoltaico flottante.

Il Suer non viene cancellato, ma è destinato a essere integrato nel nuovo ecosistema digitale previsto dal TU FER, dice Felice Lucia, country manager di Jinko Power Technology. La piattaforma dovrà fornire ai soggetti proponenti e alle amministrazioni interessate guida e assistenza per ciascuna fase relativa ai regimi amministrativi, aggiunge Giovanni Battista De Luca, partner di Advant Ntcm. Cristina Martorana, partner di Legance, sottolinea che si punta sull’uniformazione a livello nazionale. “Il D.Lgs. 178/2025 rafforza l’art. 5 rendendo il Suer il canale procedurale necessario per tutti gli interventi FER, inclusa l’attività libera ex art. 7, che nel 190 originario sfuggiva a qualsiasi tracciamento digitale”, spiega Pina Lombardi, partner presso Chiomenti. “La ratio è evidente: una volta a regime, il Suer dovrebbe ridurre frammentazioni, duplicazioni e difformità documentali tra enti, comprimendo l’attrito amministrativo generato da piattaforme e richieste non allineate”, commenta Feliciano Palladino, fondatore e managing director di NexAmm. Marcello Astolfi, managing partner presso Studio Legale Project-Lex, conclude che l’operatività dipenderà dai decreti attuativi del Mase, che dovranno definire contenuti, formati e standard tecnici dei modelli digitali.

Cosa succederà alla piattaforma Sportello Unico Energie Rinnovabili (SUER)?

Lucia: Il Suer non viene cancellato, ma è destinato a essere integrato nel nuovo ecosistema digitale previsto dal TU FER e dal correttivo.
L’idea è convergere verso una piattaforma nazionale più uniforme, che gestisca: classificazione delle aree, zone di accelerazione, iter autorizzativi e interfaccia con le Regioni.
In questa logica, il Suer diventa uno dei tasselli della futura “porta unica digitale” per le rinnovabili.

De Luca: La piattaforma dovrà fornire ai soggetti proponenti e alle amministrazioni interessate guida e assistenza per ciascuna fase relativa ai regimi amministrativi. Nelle more della sua implementazione, la presentazione dei progetti, delle istanze e della documentazione per gli interventi in attività libera, PAS e autorizzazione unica avviene in modalità digitale mediante le forme utilizzate dall’amministrazione competente.

Martorana: La nuova formulazione dell’art. 5 punta a trasformare il Suer in uno strumento di uniformazione nazionale, superando la stratificazione di piattaforme e prassi regionali che aveva svuotato di efficacia il 190 originario. Ma l’effettivo valore aggiunto dipenderà dalla capacità del Suer di integrarsi con i sistemi digitali locali già consolidati: se questa interoperabilità non sarà garantita, i modelli unici rischiano di diventare un adempimento aggiuntivo, più che una reale semplificazione del permitting.

Lombardi: Il D.Lgs. 178/2025 rafforza l’art. 5 rendendo il Suer il canale procedurale necessario per tutti gli interventi FER, inclusa l’attività libera ex art. 7, che nel 190 originario sfuggiva a qualsiasi tracciamento digitale. Il nuovo comma 3 introduce la base normativa per i modelli unici nazionali di PAS e AU, destinati a costituire la struttura standardizzata della piattaforma. Come segnala la relazione illustrativa, il Mase ha già predisposto lo schema di decreto sui modelli, ora in Conferenza Unificata: un segnale che l’operatività del nuovo art. 5 è considerata una priorità.

Palladino: Nella versione originaria del Testo Unico, il Suer era concepito come sportello unico digitale di riferimento, ma restava ancora una previsione programmatica: utile come cornice, non sempre cogente né pienamente integrata nei flussi reali delle istruttorie. Con il correttivo, il Suer assume invece una funzione operativa centrale, perché diventa il canale ordinario di gestione dell’intero ciclo procedurale (dalla scelta del regime alla presentazione dell’istanza fino agli esiti), con obbligo di interoperabilità con i sistemi territoriali e con i modelli unici nazionali. La ratio è evidente: una volta a regime, il Suer dovrebbe ridurre frammentazioni, duplicazioni e difformità documentali tra enti, comprimendo l’attrito amministrativo generato da piattaforme e richieste non allineate.

Astolfi: La piattaforma Suer è destinata a diventare l’infrastruttura centrale dell’intero sistema autorizzativo FER, ma il nuovo articolo 5, pur rafforzandone il ruolo, non la rende immediatamente operativa. Il decreto prevede infatti che Suer diventi l’unico punto di accesso per la presentazione delle istanze, dei modelli unici e della documentazione, e che sia integrata con i sistemi informativi regionali e locali. Tuttavia, questo passaggio dipenderà dai decreti attuativi del Mase, che dovranno definire contenuti, formati e standard tecnici dei modelli digitali. Nell’immediato, quindi, Suer continuerà a convivere con sportelli, Suap, PEC, portali regionali e piattaforme già esistenti. Solo con l’adozione dei modelli unici e con un reale investimento sull’interoperabilità si potrà arrivare al suo pieno funzionamento come sportello unico nazionale. In sostanza, il correttivo indica chiaramente la direzione assegnata al Suer, ma sarà l’attuazione pratica nei prossimi mesi a stabilire se la piattaforma riuscirà davvero (e in che tempi) a semplificare e uniformare i procedimenti, o se resterà a lungo in una fase transitoria, come è stato finora. In tal senso il meccanismo della “risoluzione alternativa delle controversie” affidato alla regolamentazione di Arera e da attuare da parte del Gestore Unico S.p.A., che potrebbe in effetti velocizzare il vaglio di procedibilità dei progetti, rischia al momento di divenire un supporto poco utile.

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