Nel 2024 sono diminuiti gli impianti BESS installati, soprattutto nei segmenti residenziale e C&I, mentre cresce in modo significativo la capacità complessiva connessa alla rete grazie all’Utility Scale. Lo dice Anie Confindustria, nel suo rapporto “Osservatorio Sistemi di Accumulo”, sui dati del sistema Gaudì di Terna.
Il segmento Utility Scale (oltre 1 MWh) ha segnato una crescita esponenziale.
“La capacità installata è passata da 507 MWh nel 2023 a 3.359 MWh nel 2024, mentre la potenza installata è salita da 222 MW a 851 MW. Nel 2024 sono entrati in esercizio ben 14 nuovi impianti di accumulo superiori a 10 MWh stand-alone, tra cui 2 di circa 800 MWh ciascuno. Queste 14 nuove installazioni dovute alle aste del Capacity Market hanno portato in rete complessivamente 3.310 MWh di capacità e 811 MW di potenza”, ha scritto Anie Confindustria, parlando del segmento Utility Scale.
La federazione parte di Confindustria sottolinea anche che, nel 2024, il settore residenziale degli accumuli associati al fotovoltaico (con capacità inferiore ai 20 kWh) ha registrato un calo significativo rispetto all’anno precedente: -29% nel numero di impianti, -33% in capacità e -32% in potenza. Questo per lo più per la fine del Superbonus.
Anche il segmento Commercial & Industrial, che comprende impianti tra 20 kWh e 1 MWh, chiude l’anno in calo: -26% in numerosità, -16% in capacità e -34% in potenza rispetto al 2023. Questo per lo più per l’incertezza legata al Piano Industria 5.0., spiega Anie Confindustria.
Come emerso settimana scorsa durante la conferenza organizzata da pv magazine nel corso di NetZero Milano, analisti ed esperti si aspettano però un’inversione di tendenza nel 2025 per quanto riguardo il segmento C&I.
“A ciò si aggiunge, per entrambi i segmenti, il mancato decollo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, che continua a rappresentare un freno allo sviluppo diffuso dei sistemi di accumulo. Ciò anche perché il massimale del contributo PNRR pari a 1.500 €/kW copre solo i costi di investimento dell’impianto fotovoltaico, escludendo di fatto tecnologie come i sistemi di accumulo e l’eolico. Sicuramente i nuovi meccanismi per le CER delineati dal nuovo decreto firmato a metà maggio dal Ministro Pichetto Fratin possono consentire un maggior accesso alle risorse del PNRR per il fotovoltaico, ma non per i sistemi di accumulo”, ha scritto Anie.
Panoramica generale
Nel 2024 le installazioni di sistemi di accumulo ammontano a 209.112 unità, con una potenza di 2.113 MW e una capacità di 5.921 MWh.
Al 31 dicembre 2024 risultano installati 733.666 Sistemi di Accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 5.565 MW e una capacità massima di 12.942 MWh.
Utility scale
La crescita esponenziale del settore Utility Scale dovrebbe invece continuare, per la prima asta Macse quest’anno con anno di consegna 2028, ma anche per il Capacity Market e la diminuzione dei costi.
“Analizzando gli esiti delle aste del Capacity Market si può osservare che i sistemi di accumulo si stanno progressivamente affermando tra le tecnologie più competitive dei nuovi impianti, arrivando a coprire, nell’ultima asta, il 95% della potenza aggiudicata. Un altro aspetto interessante concerne il parametro del prezzo di aggiudicazione, in costante riduzione: dai 75.000 €/MW/anno dell’asta madre 2022 ai 47.000 €/MW/anno dell’asta madre 2027, valore equivalente a quello degli impianti termoelettrici esistenti, a testimonianza della competitività della tecnologia degli accumuli”, ha poi detto Anie Confindustria.
Al 31 dicembre 2024, secondo Anie, risultano installati 733.666 Sistemi di Accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 5.565 MW e una capacità massima di 12.942 MWh. La tecnologia più diffusa continua ad essere quella a base di Litio (99,6% del totale). La quasi totalità (92%) dei SdA è di taglia inferiore ai 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 10 e 15 kWh (37%) e di quelli con capacità tra 5 kWh e 10 kWh (36%).
“Rispetto al quarto trimestre 2023, le installazioni del quarto trimestre 2024 risultano in calo sia in numero sia in potenza (-43% in numero, -18% in potenza), mentre risultano stabili i valori relativi alla capacità (+2%)”.
Anie sottolinea, ancora una volta, la mancanza di un sistema di monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti aggiudicati, ossia quali impianti sono entrati in esercizio, quanti sono ancora in costruzione o in ritardo e quanti hanno rinunciato post aggiudicazione dell’asta. “Secondo Anie, infatti, sono diversi gli impianti che sarebbero dovuti entrare in esercizio rispetto alla potenza cumulata dei dati Gaudì di Terna”, ha scritto la federazione, chiedendo anche l’implementazione del Net Zero Industry Act, in cui compaiano criteri per premiare la filiera upstream nazionale ed europea.
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