CER a Taranto, diverse iniziative in corso dalla Diocesi al Comune

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L’Arcidiocesi di Taranto ha di recente attivato una Comunità energetica rinnovabile (CER) grazie alla collaborazione con Confcooperative, Banca Etica e Power Energia. Il suo nome è “Energia Rinnovabile e Solidarietà Condivisa Arcidiocesi di Taranto” ed è stata presentata in occasione dell’evento pubblico Piazza della Democrazia.

Il progetto nasce con l’obiettivo di favorire l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili sul territorio jonico, promuovendo al contempo meccanismi di solidarietà energetica verso le famiglie vulnerabili e le realtà del Terzo settore.

Oltre all’iniziativa arcidiocesana, nel tarantino proseguono i lavori della CER Gesuiti, costituita circa un anno fa dalla Società Cooperativa IAS Energy e dall’azienda agricola Mario Calvi, con la partecipazione di alcuni consumatori di energia. La denominazione prende spunto dall’area denominata “Gesuiti”, dove è stato realizzato il primo impianto agrivoltaico sperimentale a servizio della CER. La comunità interessa i Comuni di Lizzano, Torricella, Faggiano, Fragagnano, Pulsano e la zona amministrativa Taranto B, e mira a bilanciare produzione e consumo di energia pulita tra le utenze collegate.

Nel contesto della CER Gesuiti è stato finanziato dal Programma Ecosister il progetto “Sistemi di gestione di dati sperimentali e metadati per monitoraggio dello stato nutrizionale delle viti e creazione di mappe di prescrizione per spray di precisione ubicati su impianti agrivoltaici”, rivolto ad agricoltori e aziende agricole del Mezzogiorno. Il progetto prevede la raccolta di dati in tempo reale e l’impiego di tecniche di agricoltura di precisione per incrementare la sostenibilità ambientale e produttiva.

Nel 2024 sono anche partiti i lavori per la CER Tantum, promossa dal Comune di Taranto. Questa comunità energetica si basa su impianti fotovoltaici con una potenza massima di 1 MW ciascuno. Gli impianti saranno installati principalmente su edifici pubblici come scuole, palestre e uffici comunali, ma possono essere coinvolti anche consumatori privati e piccole imprese localizzate entro il perimetro della stessa cabina primaria di trasformazione.

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