Incentivi fotovoltaico, a Varese sequestrati 5 milioni di euro a tre società spagnole per frode

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La Guardia di finanza (Gdf) di Varese ha sequestrato a tre società controllate da imprenditori spagnoli oltre 5 milioni di euro di incentivi ottenuti per la produzione di energia fotovoltaica. Le autorità riportano inoltre che l’intervento ispettivo ha permesso un risparmio di ulteriori circa 3 milioni di euro che sarebbero stati erogati dal Gestore dei servizi energetici (GSE) alle imprese entro il 2031.

L’indagine, condotta dalla compagnia di Gallarate, ha evidenziato la presenza di “numerose imprese” con capitale sociale esiguo ma proprietarie di “rilevanti impianti fotovoltaici” situati principalmente nelle regioni del Centro e Sud Italia e amministrate da soggetti stranieri domiciliati ma non effettivamente residenti sul territorio nazionale.

Sulla base di questi elementi, i finanzieri hanno esaminato i conti bancari delle società oggetto d’indagine. Dall’esito degli accertamenti è emerso un flusso finanziario in entrata proveniente dal GSE le cui somme venivano immediatamente trasferite con bonifici esteri, in particolare verso la Spagna, “senza alcuna giustificazione commerciale plausibile”.

I finanzieri, con l’avanzare delle indagini, hanno inoltre accertato le modalità di autorizzazione, costruzione e incentivazione dei parchi fotovoltaici realizzati dalle società con la complicità di un soggetto italiano, scoprendo che avrebbero richiesto a un Comune marchigiano tre distinte autorizzazioni, dichiarando falsamente l’installazione di tre piccoli impianti fotovoltaici.

L’artificio avrebbe consentito di ottenere dal GSE incentivi maggiori quando, in realtà, si trattava di un unico impianto collegato alla stessa centralina elettrica e protetto da un’unica recinzione.

Su segnalazione della Gdf, la Procura della Repubblica di Roma ha disposto il blocco dei conti correnti utilizzati per l’accredito delle somme da parte del GSE e il vincolo su tutti i beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di oltre 5 milioni di euro.

Il decreto di sequestro d’urgenza è stato successivamente convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Roma e confermato dal Tribunale del Riesame competente. Al termine delle indagini, ai responsabili è stato notificato l’avviso agli indagati della conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis del Codice di Procedura Penale.

La responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo a seguito di sentenza irrevocabile di condanna.

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