Sungrow presenta l’accumulo ibrido C&I

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Ieri presso Villa Erba di Cernobbio, sul Lago di Como, Sungrow ha organizzato il suo European C&I ESS Summit, evento con cui ha lanciato anche PowerKeeper, presentata come la nuova generazione di sistemi ibridi per il mercato C&I, “in grado di accelerare il retrofit del parco fotovoltaico nazionale e aprire la strada a business model avanzati”.

pv magazine Italia era presente e ha intervistato il Country Manager Italy Massimo Bracchi e Alessandro Soragna, Senior Distribution Account Manager, che presentano la soluzione come “un prodotto game changer; una nuova generazione di sistemi ibridi di accumulo, con taglie ottimizzate e architetture più snelle. Grazie a configurazione, modularità, flessibilità. taglio di accumulo e facilità di installazione, la gamma risponde alle esigenze delle aziende di ogni dimensione”.

I manager spiegano che la nuova serie per lo storage C&I PowerKeeper introduce il concetto “Ace 007, Ace Profit”, ovvero zero spreco sia nell’investimento che nell’utilizzo di energia verde, zero interruzioni per il consumo di elettricità C&I e un’esperienza prodotto senza complicazioni tramite sette Ups su tutta la catena.

Storage da investimento impiantistico a commodity energetica

“Si tratta di sistemi innovativi che ‘sdoganano’ il concetto di accumulo, lo rendono accessibile e semplice. Fino a pochi mesi fa, installare accumuli commerciali/industriali era considerato rischioso e complicato e richiedeva spesso autorizzazioni onerose. Oggi, con i sistemi ibridi di grande taglia, il mercato diventa flat; la stessa logica che ha rivoluzionato il residenziale viene ora estesa alle aziende”, ha spiegato Soragna.

La nuova soluzione è già scalata dagli inverter ibridi da 15-25 kW verso taglie superiori, fino a 6 MW/h, coprendo anche le esigenze della media e grande industria e dei player specializzati in storage e trading energetico. Un valore aggiunto è la gestione intelligente dell’energia tramite EMS, con la possibilità di trasferirla verso auto elettriche, autoconsumo, rete, vehicle-to-grid e servizi di backup.

Bracchi e Soragna spiegano che il punto di svolta è anche concettuale. “Lo storage smette di essere un investimento a sé, un appendice dell’impianto fotovoltaico, e diventa un elemento centrale dell’architettura energetica delle imprese. Si passa da una visione lineare, quindi produrre e autoconsumare, a una visione dinamica, in cui la batteria è un nodo intelligente capace di prendere decisioni e rispondere ai segnali del mercato”.

In un contesto con la richiesta di energia in costante e forte crescita, il ruolo dello storage si fa ancora più cruciale: non solo integrazione del fotovoltaico, ma garanzia di stabilità, flessibilità e sicurezza del sistema elettrico. “Se il fotovoltaico cresce, crescerà inevitabilmente anche il bisogno di sistemi che equilibrano il sistema nelle ore di sovrapproduzione e in quelle di domanda più alta”.

Nuovi modelli di business energetici

“Lo storage abilita strategie fino a ieri prerogativa dei grandi operatori di rete: arbitraggio energetico, energy-to-grid, modelli ibridi di gestione, contratti “tolling” e formule di noleggio operativo con remunerazioni legate al trading elettrico”, afferma Bracchi.

Il principio è semplice: acquistare energia, o accumularla, quando costa pochissimo — talvolta a costo negativo — e rivenderla quando il prezzo zonale schizza verso l’alto. L’accumulo diventa così una leva finanziaria oltre che infrastrutturale. Nel mondo utility questo è già realtà, ma ora inizia a permeare anche il segmento C&I, che si affaccia a opportunità di ottimizzazione dei flussi energetici.

“Questo cambio di paradigma è destinato ad avere effetti profondi: l’accumulo non è solo una tecnologia, è un abilitatore di economia energetica”, aggiunge il Country Manager.

Lo storage supera l’inverter

Il segnale più evidente dell’ascesa dello storage arriva dai numeri: “per la prima volta nella sua storia, Sungrow ha registrato un turnover maggiore nel segmento storage rispetto alla tradizionale conversione. Un risultato che riflette un trend globale: crescita superiore al 30% anno su anno e volumi in aumento”, aggiunge Bracchi.

Soragna riflette invece sul il parco fotovoltaico italiano esistente. “Con circa 40 GW installati, l’Italia è uno dei Paesi europei con maggiore capacità solare. Tuttavia, la maggior parte di questi impianti è priva di sistemi di accumulo. La nuova generazione di inverter multi-MPPT permette di integrare lo storage anche negli impianti più datati, trasformando le vecchie combiner box in punti di connessione intelligenti. Così il retrofit diventa semplice, rapido, economicamente sostenibile”.

Il ruolo della distribuzione

La disponibilità commerciale della nuova gamma partirà da febbraio/marzo 2026, con canali distributivi formalizzati e prodotti fino a 400 kW gestiti solo tramite distributori. Un fenomeno di cui ha parlato Soragna è proprio l’evoluzione dei distributori generalisti. “Per la prima volta nella storia italiana, il canale distributivo riceve richieste per sistemi di storage superiori ai 5 MWh. Oggi, la loro fisionomia è completamente cambiata. Per rispondere alla complessità crescente del mercato, stanno creando reparti tecnici, dipartimenti ingegneristici e team dedicati al supporto progettuale.

Bracchi spiega quindi l’importanza del tema Academy. “La tecnologia da sola non basta: senza competenze adeguate, gli impianti non performano e i progetti non scalano. Per questo motivo, stiamo investendo in formazione interna, anche per la distribuzione. La diagnostica remota – prosegue – l’assistenza software, l’intelligenza artificiale per l’analisi predittiva diventano strumenti fondamentali per supportare installatori ed EPC”.

Obiettivi

“Per quanto stiamo valutando l’apertura di stabilimenti in Europa, questa opzione non risolve il nodo normativo legato al Made in Europe poichè le regole richiedono non solo produzione europea, ma anche una governance non controllata da aziende cinesi”, spiega Bracchi.

In tema di aste, il Country Manager aggiunge che per Sungrow sono particolarmente interessanti però il capacity market e il Macse. “Nell’ultimo round, ci siamo aggiudicati il 7% dei MW tramite partnership e due progetti di capacity entreranno in esercizio nel 2026.

L’obiettivo dichiarato da Bracchi è fornire più di 1 GW di sistemi di accumulo in Italia nel solo 2026.

I due manager, inoltre, spiegano che un elemento in grado potenzialmente di accelerare significativamente gli investimenti è la possibile reintroduzione dell’iperammortamento al 220% per spese fino a 2,5 milioni. “L’effetto cumulato con l’ammortamento ordinario raggiunge il 320%, creando un meccanismo di incentivo estremamente competitivo, sulla scia del modello Industria 4.0 che anni fa diede una forte spinta alla modernizzazione del tessuto produttivo italiano. Per il settore C&I, questa misura potrebbe rappresentare un punto di svolta, facilitando l’accesso alle tecnologie di storage e accelerando l’adozione su vasta scala”.

 

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