Doppi incentivi fotovoltaico e legge di semplificazione, entro il 16 febbraio si può aderire alla sanatoria

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Con la recente legge di semplificazione approvata dal Parlamento, la legge del 2 dicembre 2025, n. 182,  il legislatore introduce una misura attesa da anni dagli operatori del fotovoltaico: la possibilità di sanare il cumulo tra gli incentivi dei Conti Energia e le agevolazioni fiscali della Tremonti Ambiente, che in passato aveva generato contenziosi complessi e rischi di decadenza.

Gli operatori avranno tempo fino al 16 febbraio 2026 per accettare la proposta di taglio del 5% della tariffa incentivante e la compensazione delle somme percepite, evitando così l’annullamento totale e la restituzione degli incentivi.

La disposizione si inserisce all’interno di un pacchetto di misure più ampio volto alla semplificazione amministrativa, che riduce da dodici a sei mesi i termini per l’autotutela previsti dall’art. 21-nonies della legge 241/1990, accelerando così i procedimenti di revisione o annullamento d’ufficio dei provvedimenti.

Sulla ratio e sugli effetti del provvedimento, pv magazine Italia ha raccolto il commento dell’avvocato Rino Caiazzo, senior partner di Lipani Legal & Tax. “L’intervento normativo intende reagire alla situazione d’incertezza sul cumulo tra benefici fiscali di cui alla Tremonti ambiente e gli incentivi previsti dai vari Conti Energia, che aveva generato un imponente contenzioso. La norma prevede, infatti, una rinuncia da parte del contribuente al contenzioso pendente, a fronte dell’avvenuta applicazione della compensazione e della decurtazione”.

L’avvocato Caiazzo evidenzia come l’obiettivo della legge sia deflattivo: “La norma si inserisce in un’ottica di deflazione del contenzioso, sull’esempio di altri interventi normativi, come l’attuale versione dell’art. 42 del d.lgs. 28/2011, che prevede una definizione delle violazioni o irregolarità riscontrate su impianti di produzione di energia rinnovabile mediante decurtazione della tariffa incentivante e rinuncia all’azione giudiziale da parte del titolare dell’impianto”.

Questo approccio consente di evitare il rischio di revoca integrale degli incentivi, restituendo certezza giuridica ai titolari di impianti oggetto di verifica. In pratica, chi accetta le condizioni previste potrà mantenere il diritto al beneficio residuo, rinunciando alle cause pendenti e definendo in via amministrativa la propria posizione.

 

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