A Todi l’agrivoltaico verticale batte il tracker: +26% di produzione e ricavi

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Negli ultimi mesi, Sentnet sta monitorando le performance del suo impianto agrivoltaico verticale SkyGre da 1,2 MW installato a Il Collino di Todi. A pv magazine Italia i tecnici di Sentnet hanno spiegato che il report di novembre 2025 riporta un risultato molto chiaro: “la produzione verticale bifacciale, con il suo profilo ‘anticiclico’, riesce a dare più energia proprio quando serve davvero”.

L’impianto agrivoltaico chiude infatti novembre 2025 con una sovrapproduzione del 25,9% rispetto a un impianto tracker monoassiale simulato di pari potenza, accompagnata da un analogo incremento dei ricavi stimati.

“Nel mese di novembre l’impianto SkyGre ha prodotto 70,86 MWh contro i 56,28 MWh del sistema monoassiale simulato, a parità di potenza installata. In termini economici questo si traduce in ricavi stimati per 8.297 euro per il verticale contro 6.590 euro per il tracker, con un vantaggio del 25,9% legato sia ai volumi sia alla collocazione oraria dell’energia immessa in rete”.

I tecnici precisano che la metrica di Performance Ratio (PR) mensile del verticale si attesta al 78,6% contro un 75,5% stimato per il tracker, indicando un sistema efficiente nonostante l’architettura non convenzionale. Anche il Capacity Factor premia la soluzione SkyGre (8,2% contro 6,5%), segno di un utilizzo più esteso della potenza installata lungo l’arco della giornata.

Profilo orario “anticiclico” e allineamento al PUN

Il tratto distintivo del sistema verticale è la curva di generazione a “doppia gobba”, con due picchi pronunciati nelle ore del mattino e del tardo pomeriggio, in contrapposizione al picco singolo centrato a mezzogiorno tipico del tracker. “Questo profilo anticiclico consente di ridurre l’apporto in ore di sovrapproduzione e di spostare una quota rilevante di energia verso fasce orarie in cui il Prezzo Unico Nazionale tende a essere più elevato”.

A novembre 2025 il PUN ha registrato un valore medio di 117,09 €/MWh, con una marcata volatilità su base giornaliera. Secondo i tecnici, l’analisi congiunta di produzione e PUN mostra che il verticale intercetta in modo naturale molte delle ore a maggior prezzo, generando un valore specifico per MWh superiore rispetto al sistema tradizionale a inseguimento.

Produttività giornaliera e comportamento in bassa irradianza

“Sulla scala giornaliera, il verticale mantiene una produzione superiore nella maggior parte dei giorni del mese, con un incremento medio giornaliero del 26,1% rispetto al tracker. Le heatmap orarie confermano come i due lobi di potenza mattutino e pomeridiano si ripetano stabilmente su tutto il periodo, estendendo la finestra di funzionamento effettivo dell’impianto”.

L’analisi della relazione tra irradianza e potenza istantanea evidenzia come il vantaggio del verticale sia massimo sotto i 600 W/m², cioè in condizioni di luce diffusa tipiche dei mesi autunno invernali e delle giornate nuvolose. “In questo intervallo la maggiore capacità di intercettare radiazione a bassi angoli e la bifaccialità permettono a SkyGre di mantenere output significativi quando il tracker è più penalizzato”.

Indicatori di efficienza e implicazioni per l’agrivoltaico

I tecnici spiegano che il PR del 78,6% su base mensile, ottenuto contestualmente a una sovrapproduzione del 25,9% rispetto al tracker, indica che le perdite di sistema (mismatch, temperature, ombreggiamenti, cablaggi) sono sotto controllo nonostante la geometria verticale. Il Capacity Factor dell’8,2% conferma invece la capacità della configurazione bifacciale di dilatare l’arco di produzione oltre le ore centrali, sfruttando appieno l’inverno umbro.

Per un sito agrivoltaico come “Il Collino di Todi”, la verticalità libera corridoi utili alle attività agricole o al pascolo, mantenendo al contempo un output energetico competitivo con soluzioni fotovoltaiche dedicate. “In un contesto di reti sempre più affollate nelle ore di picco solare, la possibilità di offrire un profilo anticiclico e meglio allineato alla domanda rappresenta un valore aggiunto anche in termini di integrazione di sistema.”

“I risultati di novembre indicano che la tecnologia agrivoltaica verticale SkyGre può offrire un vantaggio strutturale nei mesi invernali, grazie alla combinazione di maggiore produzione, migliore valorizzazione sul mercato e compatibilità con l’uso del suolo agricolo. Il caso di Todi suggerisce che questo tipo di configurazione possa diventare un tassello importante nei portafogli di sviluppo agrivoltaico, soprattutto in scenari in cui il valore dell’energia è guidato da profili orari più che da semplici volumi annui”, commentano i tecnici.

La riflessione tecnica porta ad una prospettiva in cui la replicazione di impianti verticali bifacciali in aree con forte stagionalità dell’irraggiamento potrebbe contribuire a modulare l’offerta rinnovabile, attenuando i picchi di mezzogiorno e rafforzando la disponibilità di energia nelle fasce orarie più critiche per il sistema elettrico. “Per operatori e investitori del fotovoltaico, casi studio come “Il Collino” forniscono dati reali utili a ripensare la progettazione non solo in funzione dei kWh prodotti, ma del loro posizionamento nell’arco delle 24 ore e dell’anno”.

Il team conclude affermando che è sempre più evidente quanto sia importante costruire infrastrutture energetiche che garantiscano reale efficacia nei risultati abbinando sostenibilità ambientale ed economica. “Le analisi di funzionamento sull’impianto fotovoltaico verticale Skygre mostrano ampiamente quanto siano obsoleti i preconcetti e gli standard del settore dimostrando come l’innovazione non sia solo legata alla tecnologia dei pannelli, ma può essere basata su un’ingegneria di sistema pensata per rispettare gli spazi e l’ambiente, rafforzandone il potenziale economico ed abilitando nuovi paradigmi di integrazione con le attività prevalenti massimizzando i benefici complessivi”.

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