Linea Microimprese 2025 di Regione Lombardia offre contributi a fondo perduto fino al 50% per investimenti in efficienza energetica, tra cui impianti ad energia rinnovabile, accumulo e pompe di calore. Il bando, aperto dal 5 novembre 2025, copre spese ammissibili fino a € 50.000 per imprese con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo sotto i 2 milioni di euro.
“Lo Stato crea aspettative, mobilita migliaia di enti locali e imprese, e poi toglie le basi economiche su cui tutti stavano lavorando”, ha detto a pv magazine Italia Salvatore Midili, AD di Energyhub e referente regionale di Italia Solare per la Sicilia. “La comunicazione del Mase di drastica riduzione dei fondi a disposizione è stata come un fulmine a ciel sereno: non possiamo più garantire ai clienti la disponibilità dei fondi fino al termine non solo dell’istruttoria del GSE (che spessissimo sfora i 90 giorni promessi) ma anche della delibera del Ministero”, ha spiegato
Francesco Caponeri, avvocato dello Studio Legale Duranti & Associati, aggiungendo che le domande che verranno presentate dallo studio scenderanno da 8 MW a 3 MW. La Regione Umbria chiede al Governo di rivedere le proprie decisioni.
Il Comune di Fidenza ha confermato il cimitero come sede di un impianto fotovoltaico da 270 kW, finanziato con 400.000 euro dalla Fondazione Cariparma. È stato approvato anche il progetto per un impianto sul palazzetto dello sport, candidato a un bando ministeriale.
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Entro fine anno la stipula dei contratti. Nei primi mesi del 2026 sarà avviata la procedura competitiva per l’assegnazione degli obblighi di realizzazione degli impianti che dovranno essere completati entro 40 mesi dalla sottoscrizione.
“Il mio timore è che di questi circa 2 GW entro il 31.06.2026 ne vedremo installati sensibilmente meno, forse anche meno della metà, impantanati in beghe legali tra investitori, sviluppatori ed EPC”, ha detto Antonio Vecchiato, chief operating officer e direttore tecnico presso Green Sentinel Capital, a pv magazine Italia. Aggiunge poi quali potrebbero essere gli strumenti per ovviare ai non pochi problemi.
Maddalena Cerreto, lead expert presso Aurora Energy Research, ha menzionato i tre principali cambiamenti derivanti dalla riforma Tide: la dimensione minima ridotta da 10 MW a 1 MW, la possibilità di aggregare le risorse e l’approccio di approvvigionamento nel mercato. Il webinar ha poi sottolineato la possibilità di aumentare i ricavi della generazione rinnovabile attraverso la partecipazione al mercato ausiliario permessa dalla riforma del Tide.
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“Altro elemento che abbiamo osservato è la rinuncia di oltre 260 MW che erano risultati aggiudicatari. Questo non deve fare pensare ad un disinteresse sopravvenuto nei confronti delle iniziative agrovoltaiche e neanche ad un’eccessiva complessità industriale delle stesse. Questo testimonia piuttosto l’oggettiva difficoltà nel portare a termine i processi burocratico amministrati del nostro Paese nei tempi dettatati dalle previsioni Pnrr e si ricollega al fatto che, nonostante gli operatori in più occasioni lo abbiano evidenziato, non è stato definito un percorso differenziato o qualche forma di prioritizzazione autorizzativa per progetti potenzialmente eligibili ai fondi Pnrr”, ha detto Andrea Ghiselli, AD di EF Solare Italia, a pv magazine Italia.
Con i tre progetti, RWE dovrebbe costruire un totale di 50 MW di agriPV entro metà 2026. Sono i primi progetti fotovoltaici della società tedesca in Italia.
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