Per il 2025 saranno finanziate le prime 1.290 con 20 milioni e le restanti, con scorrimento in graduatoria, saranno finanziate nel 2026 e nel 2027 per un totale di 90 milioni.
“Si configurano due regimi: per i procedimenti in corso alla data del 30 dicembre 2024, l’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021 continua a trovare applicazione e i progetti localizzati nelle aree c-ter e c-quater possono ancora ritenersi in area idonea. I procedimenti avviati dopo l’entrata in vigore del TU FER, invece, saranno soggetti al nuovo regime introdotto dal D.L. Aree Idonee e si dovrà, pertanto, verificare se l’area prescelta per realizzare l’impianto ricada nel nuovo elenco oppure sia stata esclusa”, ha detto a pv magazine Italia Feliciano Palladino, fondatore e managing director di NexAmm.
Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) dice che si farà parte attiva nel ricercare ulteriori risorse per le CER che non beneficeranno dei fondi PNRR, sia attraverso l’eventuale rifinanziamento della misura, sia tramite il ricorso ad altri piani di investimento nazionali o europei. Rimane che la priorità del Governo è non perdere fondi europei e installare una certa capacità attraverso le CER, non sostenere lo sviluppo del settore.
Il decreto inizia l’iter parlamentare per la conversione in legge che dovrà avvenire entro il 20 gennaio 2026.
La dotazione finanziaria è scesa, come comunicato dal GSE venerdì, a 795,5 milioni di euro. “I progetti che, al termine dell’istruttoria, risulteranno valutati positivamente ma non ammessi per esaurimento della dotazione finanziaria aggiornata, saranno comunque considerati idonei ai fini di possibili scorrimenti, anche in relazione a successive ed eventuali integrazioni delle risorse disponibili”, scrive il GSE.
“Lo Stato crea aspettative, mobilita migliaia di enti locali e imprese, e poi toglie le basi economiche su cui tutti stavano lavorando”, ha detto a pv magazine Italia Salvatore Midili, AD di Energyhub e referente regionale di Italia Solare per la Sicilia. “La comunicazione del Mase di drastica riduzione dei fondi a disposizione è stata come un fulmine a ciel sereno: non possiamo più garantire ai clienti la disponibilità dei fondi fino al termine non solo dell’istruttoria del GSE (che spessissimo sfora i 90 giorni promessi) ma anche della delibera del Ministero”, ha spiegato
Francesco Caponeri, avvocato dello Studio Legale Duranti & Associati, aggiungendo che le domande che verranno presentate dallo studio scenderanno da 8 MW a 3 MW. La Regione Umbria chiede al Governo di rivedere le proprie decisioni.
La governatrice dell’isola, Alessandra Todde, si scaglia contro il nuovo provvedimento entrato in vigore ieri: “il governo ha scelto la scorciatoia del decreto legge” e annuncia un possibile nuovo ricorso alla Corte Costituzionale.
Tra gli impianti rientra un agrivoltaico di Statkraft da 72 MW con impianto BESS da 18 MW in Puglia
Nella riunione di ieri sera il Consiglio dei ministri, oltre al correttivo del Testo unico FER, ha approvato un decreto legge con cui anticipa al 27 novembre il termine per l’invio delle domande di partecipazione al piano Transizione 5.0
Nella relazione illustrativa si legge che sono state recepite le condizioni poste dalla Conferenza delle Regioni, dall’Anci, e dalle Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati.
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