Il nuovo vicepresidente Finco, rispondendo alle domande di pv magazine Italia ha spiegato le gravi criticità del DL 175/2025, le incoerenze del Governo e le misure che ritiene opportune per renderlo coerente con le esigenze nazionali di transizione energetica.
In questo articolo per pv magazine Italia, Giovanni Giustiniani, Senior Permitting & Environmental Consultant di Nexta Capital Partners, passa in rassegna quelle che percepisce come le principali novità normative del mese di novembre.
Con un obiettivo di 18,7 TWh di energia solare entro il 2030 e l’introduzione di un bonus dedicato alla produzione invernale, la Confederazione svizzera rafforza il proprio quadro di incentivazione. Per Swissolar gli obiettivi sono raggiungibili a condizione che si aumenti rapidamente il ritmo di installazione.
Da inizio novembre il ministero ha rilasciato la valutazione di impatto ambientale (VIA) positiva per 561,5 MW di progetti solari
Giorgia Meloni ha poi detto che, nei prossimi giorni, la Commissione europea dovrebbe dare il via libera al pagamento dell’ottava rata, pari a 12,8 miliardi di euro, che porterà a oltre 153 miliardi le risorse complessivamente ricevute dall’Italia. Il Governo conta di presentare entro fine anno la richiesta di pagamento della nona e penultima rata del Piano.
Per il 2025 saranno finanziate le prime 1.290 con 20 milioni e le restanti, con scorrimento in graduatoria, saranno finanziate nel 2026 e nel 2027 per un totale di 90 milioni.
“Si configurano due regimi: per i procedimenti in corso alla data del 30 dicembre 2024, l’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021 continua a trovare applicazione e i progetti localizzati nelle aree c-ter e c-quater possono ancora ritenersi in area idonea. I procedimenti avviati dopo l’entrata in vigore del TU FER, invece, saranno soggetti al nuovo regime introdotto dal D.L. Aree Idonee e si dovrà, pertanto, verificare se l’area prescelta per realizzare l’impianto ricada nel nuovo elenco oppure sia stata esclusa”, ha detto a pv magazine Italia Feliciano Palladino, fondatore e managing director di NexAmm.
Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) dice che si farà parte attiva nel ricercare ulteriori risorse per le CER che non beneficeranno dei fondi PNRR, sia attraverso l’eventuale rifinanziamento della misura, sia tramite il ricorso ad altri piani di investimento nazionali o europei. Rimane che la priorità del Governo è non perdere fondi europei e installare una certa capacità attraverso le CER, non sostenere lo sviluppo del settore.
Il decreto inizia l’iter parlamentare per la conversione in legge che dovrà avvenire entro il 20 gennaio 2026.
La dotazione finanziaria è scesa, come comunicato dal GSE venerdì, a 795,5 milioni di euro. “I progetti che, al termine dell’istruttoria, risulteranno valutati positivamente ma non ammessi per esaurimento della dotazione finanziaria aggiornata, saranno comunque considerati idonei ai fini di possibili scorrimenti, anche in relazione a successive ed eventuali integrazioni delle risorse disponibili”, scrive il GSE.
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