Il MoU si inserisce nel più ampio quadro dell’accordo di cooperazione firmato a luglio tra Cina e Italia.
Canada, e l’Italia settimana scorsa, hanno annunciato fondi per progetti sull’idrogeno. Nel frattempo, un gruppo di ricercatori ha spiegato che l’Australia dovrebbe trasportare l’idrogeno in Giappone entro il 2030 attraverso il metilcicloesano (MCH) o l’ammoniaca liquida (LNH3), non scartando completamente l’opzione dell’idrogeno liquido (LH2).
L’Assemblea ha approvato anche il bilancio dell’esercizio 2023 con un utile di oltre €15 milioni, in aumento di quasi €10 milioni rispetto al 2022, e una redditività pari a circa il 22%.
Nel 2023, l’Italia ha aggiunto 5,23 GW di capacità fotovoltaica, raggiungendo un totale di 30,3 GW (+21% rispetto al 2022). L’energia prodotta dal fotovoltaico nel 2023 ammonta a 30,6 TWh, di cui circa un quarto viene autoconsumato, pari al 10% della domanda totale di elettricità, si legge nel rapporto.
La società austriaca compra due progetti FV, collegati tra loro, in Lazio per un totale di 110 MW. L’investimento rientra anche nella strategia di Verbund di diversificare a livello geografico.
“Gli installatori cercano prodotti adatti al nuovo piano 5.0 per le imprese. Abbiamo una richiesta molto importante”, Michele Torri, presidente e AD di Torri Solare, ha detto a pv magazine Italia.
I nuovi indirizzi eliminano di fatto il fotovoltaico a terra dal novero degli impianti installabili sui terreni agricoli regionali, modificando poi i requisiti soggettivi per la presentazione dell’istanza per l’ottenimento del titolo abilitativo. Secondo Feliciano Palladino, fondatore e managing director di NexAmm, le due novità del documento causeranno “aspri contenziosi”.
Per ospitare queste capacità, BAA stima che l’Italia avrà bisogno di circa l’1,7% del suo territorio totale entro il 2030 e del 2,7% entro il 2040. Queste cifre superano leggermente la media dell’UE.
A fine 2023 l’UE ha infatti installato più fotovoltaico del previsto e potrebbe superare l’obiettivo di 592 GW di capacità solare entro il 2030.
Recurrent Energy punta a diventare uno dei principali IPP globali, anche puntando sull’Italia. L’accordo con la BEI potrebbe essere il primo di una serie di accordi finalizzati a sviluppare capacità rinnovabile in Europa e non solo.
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