L’energia sarà venduta per un periodo di 10 anni a prezzo fisso. Tutta l’energia elettrica sarà prodotta da impianti eolici italiani, situati in Sicilia e in Abruzzo.
FS Energy ha attivato nella campagna foggiana un impianto fotovoltaico collegato a una sottostazione elettrica ferroviaria che provvede alla trasformazione e conversione dell’alta tensione in energia che alimenta gli azionamenti e i motori dei treni. In Puglia sono previste altre installazioni simili.
Per quanto riguarda il contributo, Pinzone sottolinea a pv magazine Italia che ogni progetto del 2025 riceve in media oltre 3,4 milioni di euro, contro 2,36 milioni nel 2024. La potenza totale e il contributo PNRR sono inferiori nel 2025 in relazione al minor numero di impianti.
Individuate le aree idonee su terraferma, le aree idonee a mare e concessi esclusivamente interventi in attività libera sui siti Unesco.
La Comunità energetica rinnovabile (CER) Emilia Ovest ha ricevuto l’attivazione ufficiale dal GSE per la Cabina Primaria di Parma Nord. Alla base c’è un impianto fotovoltaico da 400 kW sulla copertura della Stalla Sociale San Martino e uno da 1 MW di Iren Smart Solutions. Il prossimo passo è l’attivazione di una nuova configurazione a Reggio Emilia.
Nelle graduatorie aggiornate pubblicate dal ministero risultano 747 progetti, tra aste e registri, ammessi a finanziamento
“Tra i quesiti messi in consultazione risulta esserci la richiesta di implementazione di criteri di incentivazione in linea con il Net Zero Industry Act nonostante ad oggi non siano previsti nella bozza di decreto oggetto di consultazione”, spiega Carlo Fonzi Cruciani, consultant di Key to Energy, a pv magazine Italia, aggiungendo che il cambio di paradigma è legato al fatto che non viene incentivato l’asset ma il profilo, tramite la somma di diversi asset fisici e virtuali.
Il decreto recepisce e integra le modifiche per evitare speculazioni da parte dei partecipanti
L’impianto sul tetto dell’ufficio postale di Arzachena è solo l’ultimo del progetto messo in pista da Poste Italiane che prevede l’installazione di impianti con una potenza media di circa 50 kW, raggiungendo una potenza complessiva pari a circa 19 MW.
“Riguardo il provvedimento, la mia opinione personale è che il legislatore abbia voluto compensare il maggior costo dei moduli europei classe C (si pensi a 3Sun) con un alleggerimento formale, così da non penalizzarli, alla luce dell’attuale ingresso massiccio sul mercato italiano di prodotti “Made in EU” a basso costo, perlopiù commercializzati da noti marchi italiani ma provenienti dall’Europa dell’Est. Non si tratta tuttavia di un favoritismo: i moduli “C” restano più costosi e un vantaggio burocratico non altera gli equilibri di mercato. È, piuttosto, un bilanciamento tecnico”, ha detto Paolo Zucchetto, area manager Nord-ovest di Peimar, a pv magazine Italia.
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