I progetti agrovoltaici in capo alla Commissione Tecnica VIA per il PNRR/PNIEC arrivano a 18.6 GW

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Al 10 gennaio 2023 gli iter autorizzativi di del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE),  in precedenza del Ministero della Transizione Ecologica (MITE), sono 996, per una potenza cumulata fotovoltaica e eolica di 45 GW e una potenza dei sistemi di accumulo di 6,4 GW.

Lo riporta l’Osservatorio Permitting di ANIE Rinnovabili, secondo il quale dei 996 procedimenti autorizzativi solo 18 risultano attualmente conclusi.

Commissione Tecnica VIA per il PNRR/PNIEC

Nell’analisi dei 698 progetti in capo alla Commissione Tecnica VIA per il PNRR/PNIEC, 669 riguardano le fonti rinnovabili per una potenza complessiva di oltre 32 GW. Interessante notare l’evoluzione da settembre 2022 a gennaio 2023, secondo la quale i progetti totali, tra cui eolico e accumulo basato sui pompaggi, sono aumentati del 20,1% a 32.063. I progetti fotovoltaici sono aumentati del 14% a 5.887, mentre quelli agrovoltaici del 24% a 18.721.

In termini di potenza si registra un trend simile trend: i progetti depositati sono aumentati del 13,6% a 32 GW, trainati dall’eolico onshore e agrovoltaico, che cresce del 23% a 18,7 GW.

La potenza media dei progetti al vaglio è maggiore nel caso dell’agrovoltaico, la cui potenza media è di 45 MW, mentre è di 37 MW quella per i progetti fotovoltaici a terra di tipo convenzionale.

Interessante poi rilevare come la potenza cumulata degli accumuli per i 59 progetti abbinati ad un accumulo elettrochimico veda il l’agrovoltaico passare da 584 MW a 701 MW, superando così il fotovoltaico a terra, la cui potenza di accumulo totale rimane stabile a 666 MW. 

ANIE Rinnovabili rileva anche che dei 669 progetti, in 42 casi la Commissione ha espresso il suo parere, ma si rimane in attesa di un parere dal Ministero della Cultura. Di questi, al gennaio 2023, 29 sono progetti agrovoltaici (16 a settembre 2022) e 5 fotovoltaici (5 a settembre 2022).

A gennaio 2023, 14 dei 17 progetti a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono agrovoltaici. 

Commissione Tecnica VIA/VAS, Procedimento Unico Ambientale (PUA), Procedimenti ex PUA e Procedimenti PUA

Dall’analisi dei dati operata da di ANIE Rinnovabili emerge che sono stati depositati 79 progetti per una potenza complessiva di 5.629 MW in carico alla Commissione Tecnica VIA/VAS. Si tratta solo, almeno a gennaio 2023, di progetti eolici. 

Per i procedimenti ex PUA si tratta, al gennaio 2023, di 5 progetti fotovoltaici, 8 eolici onshore e 20 agrivoltaici, per una potenza totale di circa 1 GW.

Per i procedimenti PUA, al gennaio 2023, i progetti agrovoltaici hanno una potenza cumulata di 4,6 GW, seguiti dall’eolico onshore con 2,4 GW e dal fotovoltaico a terra con 943 MW.

Accettabilità sociale

“Il fotovoltaico in area agricola non è in generale ben visto in Italia; in passato è stata fatta molta comunicazione negativa su questi impianti e successivamente si è vietato l’accesso alle tariffe incentivanti per i soli impianti fotovoltaici in area agricola. Anche la principale associazione del mondo agricolo, Coldiretti, lo ha osteggiato anche se oggi è un po’ meno ostile grazie ai fondi del PNRR destinati all’agrivoltaico. Gli impianti fotovoltaici in area agricola, a differenza di quelli in altre aree, non sono incentivabili, tranne alcune tipologie che sono state riammesse a meccanismi di supporto economico prima con le tariffe incentivanti e poi con i fondi PNRR,” ha detto a pv magazine Italia Michelangelo Lafronza, segretario di ANIE Rinnovabili.

Al momento sono ammessi alle tariffe incentivanti gli impianti fotovoltaici installati su determinate aree, previo loro ripristino, come siti di interesse nazionale, siti di discariche e cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento. Sono, inoltre, inclusi, gli impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, non devono compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale con sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola. Sono anche ammessi agli incentivi poi gli impianti solari fotovoltaici galleggianti su invasi artificiali di piccole o grandi dimensioni e gli impianti realizzati e da realizzare su terreni nella disponibilità del demanio militare.

Sono invece ammessi ai fondi PNNR solo gli agrovoltaici avanzati, che consentono di verificare il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.

“L’agrivoltaico avanzato ha un Capx maggiore di quello non elevato e quindi c’è una ratio dietro il meccanismo di supporto,” aggiunge Lafronza. “Malgrado ci siano queste opportunità di incentivo, comunque, si stima che la maggior parte degli impianti agrivoltaici in VIA non ambiscono ad usufruire di nessuno dei due suddetti meccanismi di supporto economico menzionati.”

L’aumento dei progetti agrovoltaici è, secondo Lafronza, dovuto all’aumentata consapevolezza che l’Italia ha bisogno di impianti più grandi.

“L’accelerazione è dettata dal fatto che non possiamo fare a meno di impianti fotovoltaici di tipo utility scale per raggiungere gli obiettivi al 2030. Siamo già in forte ritardo. Inoltre le aree idonee attualmente identificate dalla legge non sono così ampie per svilupparlo, tranne in situazioni poco frequenti. Ma soprattutto l’accettabilità sul territorio di un impianto agrivoltaico è maggiore di uno fotovoltaico. C’è anche un aspetto di innovazione perché si coniugano sulla stessa area due attività produttive differenti che possono l’una aiutare l’altra se operate diligentemente e con tutti le regole d’arte necessarie”, ha detto Lafronza.

Rispondendo alla domanda sulle reagioni che portano i progetti fotovoltaici ad aumentare di dimensione, Lafronza ha spiegato che ci sono almeno due fattori.“In linea generale in Italia c’è un trend crescente della potenza degli impianti fotovoltaici a terra rispetto al passato, probabilmente perché molte iniziative sono in market parity. Una seconda considerazione potrebbe essere che le maggiori dimensioni dell’impianto fotovoltaico aiutano a ridurre il Capex; questo saving probabilmente permette di effettuare gli investimenti necessari alla produzione agricola”.

 

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