1026 punta sui rapporti con la Cina per la distribuzione di pannelli a eterogiunzione in Italia

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La società 1026 ha iniziato l’import e la distribuzione di pannelli fotovoltaici in Italia da produttori asiatici, per lo più cinesi, nel gennaio 2023. Si sta focalizzando sulla distribuzione di moduli bifacciali con tecnologia a eterogiunzione (HJT).

“Nei nostri magazzini a Perugia sono già disponibili alcune tipologie di pannelli per soddisfare le richieste più urgenti, ma lavoreremo soprattutto su ordinazione in caso di richieste di ingenti quantitativi, fornendo al cliente un preventivo su tempi e costi e assicurando, grazie ai legami commerciali instaurati con i fornitori, la disponibilità del prodotto e il rispetto dei tempi concordati. I nostri clienti attuali sono grossisti, rivenditori, aziende che progettano e installano impianti sopra i 15KW”, ha detto a pv magazine Italia Barbara Beretta, marketing and sales director di 1026.

1026 si rivolge al mercato nazionale ed europeo per impianti residenziali, commerciali, industriali, parchi fotovoltaici e agrivoltaici. Esercita, a sua detta, un controllo diretto sull’integrità e la qualità della merce prima della spedizione. I produttori dei pannelli sono per lo più cinesi.

“La nostra azienda vanta rapporti commerciali privilegiati con la Cina, grazie all’esperienza e al talento del signor Wang, nostro CEO. I principali produttori su cui facciamo affidamento sono Huasun, Akcome e Risen”, ha spiegato Beretta.

La società ha intenzione di distribuire inverter, sistemi di accumulo e strutture di montaggio anche di produzione italiane e europea.

“Sappiamo tutti che gli inverter per impianti di grossa taglia non sempre sono immediatamente disponibili. Alcuni marchi italiani ed europei sono per molti installatori garanzia di qualità e affidabilità”.

La società non riscontra problematiche né a livello di forniture né a livello logistico. “Ma per i pannelli in HJT non è così per tutti e diverse aziende UE, anche se lavorano in questo settore da molto tempo, hanno dovuto contattare noi per approvvigionarsi”.

Per quanto riguarda la tecnologia, 1026 dice che le aziende che progettano e installano impianti fotovoltaici di grosse dimensioni sono già proiettate verso la tecnologia ad eterogiunzione.

“Al contrario in ambito residenziale, ma spesso anche commerciale e industriale, gli installatori faticano ad evolversi: un po’ per l’abitudine di lavorare con i moduli PERC e relative componenti e sistemi di montaggio, un po’ perché gli HJT sono naturalmente bifacciali, ma la bifaccialità non sempre può essere sfruttata, ad esempio su tetti non piani”, ha aggiunto Beretta.

Secondo 1026, i produttori stanno anche introducendo una novità nella scelta del materiale incapsulante per i moduli bifacciali: “la costruzione multistrato chiamata EPE, costituita da un sottile strato di poliolefina inserito tra due strati di EVA, prodotta tramite coestrusione”.

1026 rileva anche che stanno salendo le quote di mercato delle celle M10 e prevede crescano quelle dei moduli con celle G12.

Per il mercato italiano, la società si aspetta meno impianti residenziali, e un crescente numero di impianti molto grandi, per le taglie industriali e utility scale, con offerta di contratti in PPA e la creazione di comunità energetiche.

In termini di sviluppi su certificazioni, documentazioni e licenze, la società sostiene il progetto di proporre differenti protocolli di prova e differenti criteri di classificazione inerenti il rischio d’incendio nei sistemi fotovoltaici installati su coperture di edifici.

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