Una startup australiana svilupperà una tecnologia di stoccaggio gravitazionale per i pozzi minerari

Share

Green Gravity ha dichiarato che il suo nuovo impianto di R&S sarà anche co-commissionato con un gemello digitale, una rappresentazione virtuale di un sistema commissionato fisicamente che può essere utilizzato per testare nuovi componenti o ipotesi prima che vengano sperimentati nel mondo fisico.

La startup, guidata dall’ex dirigente di BHP Mark Swinnerton, afferma che l’introduzione di risorse digitali nel Gravity Lab consentirà di ottenere rapidamente dati per convalidare i suoi sistemi di accumulo di energia su scala commerciale. Per la realizzazione del Gravity Lab, Green Gravity sta collaborando con Bluescope e con lo specialista di AI xAmplify, assicurandosi il supporto di NVIDIA.

La tecnologia di Green Gravity prevede il sollevamento e il rilascio di pesi pesanti in pozzi minerari già esistenti. Il concetto è simile a quello di altre tecnologie di accumulo di energia gravitazionale, ma Swinnerton ha dichiarato che l’uso di vecchi pozzi minerari, piuttosto che di alte torri appositamente costruite, costituirà un vantaggio competitivo. Infatti, il riutilizzo di infrastrutture abbandonate, ma abbondanti, riduce i costi ed è migliore per l’ambiente.

“Riutilizzando le risorse minerarie, i costi possono essere mantenuti bassi”, ha dichiarato Swinnterton. “Usando la gravità come combustibile, evitiamo di consumare l’acqua, il terreno e le sostanze chimiche critiche su cui si basano altre tecnologie di stoccaggio”. Swinnterton ha inoltre affermato che Green Gravity sarà in grado di collegare la capacità a costi unitari simili a quelli dell’idroelettrico a pompaggio, ma con un esborso di capitale notevolmente inferiore.

“Così non si devono pagare 700 milioni di dollari australiani (468 milioni di dollari) come in alcuni dei grandi programmi di pompaggio”, ha dichiarato Swinnerton a pv magazine Australia. “Basta dire ‘beh, pagheremo 30 milioni di dollari’. Si otterrà meno energia, ma con un costo unitario simile a quello dell’idroelettrico con pompaggio, e ce ne sono molti”.

Nel novembre 2022, Green Gravity e GHD Group hanno firmato un Memorandum d’Intesa per sviluppare nuove applicazioni per le soluzioni di stoccaggio della startup. Nel 2022 è stata anche completata la raccolta di capitali a livello nazionale e c’è l’obiettivo di raccogliere un numero maggiore di capitali a livello globale.

Green Gravity sostiene di aver scoperto almeno 3 GWh di capacità di stoccaggio potenziale dai 175 siti che ha valutato e ritenuto idonei. “C’è molto di più disponibile, e questo solo in Australia”, ha dichiarato Swinnterton.

I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.