I principali messaggi della conferenza SunRise Arabia

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L’Arabia Saudita è da tempo conosciuta come una regione con un grande potenziale solare e negli ultimi anni ha iniziato a fare passi da gigante per realizzarlo. L’evento SunRise Arabia, tenutosi a Riyadh questa settimana, ha rivelato la previsione che le installazioni di impianti fotovoltaici continueranno a crescere a un ritmo impressionante negli anni fino al 2030, e probabilmente anche oltre.

L’enorme domanda viene già soddisfatta

Gli oratori intervenuti nelle sessioni di apertura della conferenza hanno sottolineato che il Regno ha attualmente quasi 8 GW di capacità di energia rinnovabile connessa alle sue reti, e sta dimostrando di volerne avere molta di più prima del 2030.

Sono stati completati diversi progetti su larga scala e altri sono in arrivo. Moneef Barakat, CEO di Solarabic, ha osservato che gli operatori internazionali sono stati incoraggiati a entrare in questo segmento da un meccanismo di gare d’appalto che garantisce una domanda stabile e consente loro di iniziare a costruire rapidamente, con l’autorità emittente che si occupa dell’acquisizione del terreno e di gran parte del lavoro di pre-sviluppo.

Esiste anche un mercato nascente per i progetti solari commerciali e industriali (C&I), e gli esperti prevedono una crescita importante a partire dalla fine di questo decennio. Molti di questi sviluppatori di progetti C&I erano presenti al SunRise Arabia, alla ricerca di fornitori di componenti e altri operatori del settore. Prima dell’evento, Marcus Schrauf, CEO dello sviluppatore FAS Renewables, ha dichiarato a pv magazine che non vede altri mercati al mondo in grado di eguagliare il potenziale dell’Arabia Saudita.

Sono necessari aggiornamenti politici

Nel corso delle discussioni è emerso che, sebbene le autorità del Regno siano desiderose di adottare il solare come componente principale del mix energetico, mancano ancora alcuni elementi a livello politico. In particolare, una politica di misurazione della rete aiuterebbe il mercato C&I a crescere. Schrauf e altri oratori hanno avvertito che senza una politica che remuneri i proprietari di impianti fotovoltaici per l’energia immessa nella rete, il mercato sarà molto limitato, con meno clienti e impianti di dimensioni molto più ridotte. Anche l’eliminazione dell’attuale requisito secondo cui gli impianti fotovoltaici possono coprire solo il 15% del carico totale di un trasformatore potrebbe contribuire ad aumentare la domanda.

Il fotovoltaico residenziale in Arabia Saudita ha avuto finora uno sviluppo molto limitato, ma è stato suggerito che programmi come il finanziamento a basso costo per gli impianti su tetto potrebbero contribuire a stimolare la domanda.

Altrove, gli oratori hanno notato che i bassi prezzi dei combustibili fossili rappresentano ancora una sfida per le energie rinnovabili nella regione e che il processo di approvazione dei nuovi progetti richiede molto tempo. Tuttavia, alcuni oratori hanno affermato che i miglioramenti normativi hanno iniziato a verificarsi e c’è molto ottimismo in questo campo.

La tecnologia è aperta alla discussione

La seconda sessione della giornata si è concentrata sulle tecnologie fotovoltaiche e ha rivelato che il dibattito tra le tecnologie di tipo n è ancora molto acceso: sia TOPCon che l’eterogiunzione (HJT) promettono prestazioni elevate negli ambienti caldi e ad alto irraggiamento del Medio Oriente.

Rimangono alcuni interrogativi sulla capacità dei moduli fotovoltaici di gestire questo ambiente molto duro, e si parla di nuove strategie di incapsulamento e di rivestimenti antipolvere che promettono soluzioni. Una misura chiave in questo senso sarà lo sviluppo da parte del Regno e dell’intera regione di un proprio sistema di garanzia della qualità, su cui gli operatori locali stanno lavorando, avendo formato l’organizzazione GCC Lab in collaborazione con UL. Poiché l’Arabia Saudita importa moduli in gran numero e lavora per creare una propria industria manifatturiera, la garanzia di qualità e i nuovi standard di test incentrati sulla simulazione dell’ambiente desertico saranno fondamentali per garantire che i prodotti siano all’altezza.

Ambizione produttiva

Con i requisiti di contenuto locale già in vigore e un’industria di successo che produce cavi, vetro (anche se finora poco vetro solare) e altri componenti, il Regno ha grandi ambizioni di costruire la propria industria manifatturiera, a partire dal polisilicio.

I rappresentanti di alcuni dei maggiori produttori di fotovoltaico – tra cui JinkoSolar, Trina Solar, Longi e Risen – hanno tutti parlato dell’intenzione e dell’entusiasmo di incontrare i partner locali e di lavorare per creare una catena di fornitura locale di fotovoltaico, anche se finora sembrano esserci pochi accordi pratici. Questi operatori hanno anche messo in guardia dai pericoli di un salto in questo mercato senza un’adeguata preparazione, soprattutto nell’attuale contesto globale di eccesso di offerta e prezzi bassi. Hanno affermato che probabilmente saranno necessari incentivi, oltre a una domanda garantita.

Inoltre, la conferenza ha rivelato come l’Arabia Saudita sia già al lavoro per sviluppare le competenze ingegneristiche e le altre abilità che la creazione di un’industria locale richiederebbe. Majid Refae ha condiviso i dettagli del Politecnico Saudita per le Energie Rinnovabili, fondato di recente, che sta lavorando con l’industria per stabilire programmi di formazione e istruzione adeguati per sviluppare questa forza lavoro.

Lo stoccaggio arriverà, ma l’idrogeno?

L’ultima sessione della giornata si è concentrata sulle tecnologie diverse dal fotovoltaico, in particolare sullo stoccaggio dell’energia, sull’idrogeno verde e sull’energia solare a concentrazione (CSP).

Per quanto riguarda le batterie, si è notato che il progetto di punta Neom sta già portando lo stoccaggio di energia su larga scala nel Regno. Al di là di questo, però, i bassi prezzi dell’energia rendono lo sviluppo di grandi batterie una sfida. Ma Kris Ignaciuk di Apricum, che ha moderato questa sessione, ha affermato che “il fotovoltaico puro sarà presto un ricordo del passato”. Ha affermato che, con la pianificazione di un impianto fotovoltaico su larga scala, le batterie saranno presto una necessità da prendere in considerazione.

È stato inoltre osservato che molte regioni e siti industriali del Regno si affidano a microgrid alimentate a diesel per gran parte della loro energia, creando una chiara opportunità per i sistemi fotovoltaici e a batteria di intervenire.

Come molte altre parti del mondo, l’Arabia Saudita sta dimostrando una grande ambizione di essere un attore chiave nella futura economia verde dell’idrogeno. Anche se non è ancora chiaro come, o addirittura se, questa economia si svilupperà, le competenze e le infrastrutture esistenti nel Regno per il petrolio e il gas creeranno probabilmente un buon punto di partenza.

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