BayWa r.e. ha concluso, settimana scorsa, i lavori del parco solare in un’area industriale a Tarquinia (Viterbo), superando difficoltà legate al ritrovamento di un aggregato rurale pre-cristiano che ha comportato costi più alti e tempi più lunghi. Il progetto iniziale preveda una capacità di 55 MW.
L’impianto, con una capacità installata di 51,4 MW, è collegato a una sottostazione appositamente realizzata a Civitavecchia (Roma).
Il progetto, spiega BayWa r.e. a pv magazine Italia, consiste in 94.388 moduli fissi JA Solar da 545 W, inverter Huawei e strutture Zimmermann.
“Al momento l’impianto è in esercizio e di proprietà di Baywa r.e.”, ha spiegato a pv magazine Italia la società tedesca, aggiungendo di aver avuto accesso all’asta FER1.
Lo sviluppatore ha detto nel comunicato stampa distribuito settimana scorsa che ha promosso una serie di misure di mitigazione, tra cui la creazione di uno stagno artificiale necessario al mantenimento di microhabitat acquatici e il ripristino dei i muretti a secco esistenti per mantenere l’integrità paesaggistica. È stata anche prevista la piantumazione di specie vegetali autoctone per creare corridoi ecologici.
“Oltre alle opere di mitigazioni già citate nel comunicato Baywa r.e. ha ridotto la potenza totale dell’impianto (inizialmente di 55 MW) in quanto in fase di scavo è stato trovato un aggregato rurale pre-cristiano, secondo la legge è intervenuto il MIC [Ministero della Cultura] che ha mappato l’area ed ha deciso di non procedere con gli scavi, ma di ricoprirli. Baywa r.e. ha comunque deciso di non installare sopra l’area. Ovviamente tutto questo ha allungato i tempi ed i costi per noi e ridotto l’impianto”, ha spiegato la società a pv magazine Italia.
BayWa r.e. ha agito come general contractor e sponsor del progetto, gestendo oltre allo sviluppo dell’impianto tutte le fasi autorizzative, la costruzione delle opere civili e l’installazione dei pannelli fotovoltaici.
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