La Diocesi racconta la sua CER solidale pugliese

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A San Severo (FG), il 29 aprile 2025 ha ricevuto esito positivo dal GSE la Comunità energetica solidale Energia di Speranza, nome scelto per sottolineare la missione della Comunità energetica rinnovabile solidale (Cers): creare energia e aiutare a livello sociale.

Si tratta di una delle CER nate grazie al Bando per le comunità energetiche e sociali al Sud, lanciato da Fondazione Con Il Sud, in cui erano stati messi a disposizione 1,5 milioni di euro.

Promossa dalla diocesi di San Severo e realizzata in collaborazione con il partner tecnico Hivergy, “l’iniziativa è partita grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico da circa 30 kW sul tetto della sede Caritas cittadina, con l’obiettivo di combattere la povertà energetica e generare un impatto positivo e duraturo sull’intera comunità”, ha spiegato a pv magazine Italia don Andrea Pupilla, direttore della Caritas diocesana di San Severo (FG).

La produzione solare coprirà parte del fabbisogno energetico della struttura e parte sarà condivisa con famiglie in difficoltà economica.

“Mi sono reso conto che non c’erano esperienze concrete dalle nostre parti”, racconta don Pupilla. “Iniziamo come Chiesa questo progetto cogliendo l’opportunità del bando per le rinnovabili al Sud, in cui la dicitura S di Cers è per noi estremamente importante. “Non solo produciamo energia e abbattiamo i costi di una sede Caritas, ma facciamo concretamente solidarietà”.

La CersnEnergia di Speranza è nata formalmente il 27 settembre 2024, in occasione dell’anno giubilare della Speranza. “Alcuni giovani di San Severo trasferiti al Nord, oggi parte di Hivergy, hanno scritto ai sacerdoti della diocesi per informarli del bando in corso per il Sud e abbiamo aderito”, spiega don Pupilla.

“La Chiesa italiana sta investendo molto sul tema delle CER anche grazie al vademecum pubblicato a maggio. È un modo concreto per attuare l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco: cura del creato, che significa anche meno fonti fossili e più energie pulite”, ha aggiunto.

Il progetto è sostenuto per metà dalla bando della Fondazione e per metà dalla diocesi. L’energia sarà destinata in primis ai servizi della Caritas, ma coinvolgerà anche 30 famiglie vulnerabili della città, che entreranno a far parte della Cers. Attualmente, 4-5 famiglie sono già membri attivi e beneficiano anche del supporto dell’emporio solidale.

“Spesso si tratta di famiglie numerose, che vivono in appartamenti con impianti obsoleti e subiscono spese energetiche molto alte. Con l’energia autoprodotta possiamo migliorare le loro condizioni di vita e costruire un modello più equo”, conclude don Pupilla.

Il progetto prevede anche un’area di coworking presso la sede Caritas e un’intensa attività di sensibilizzazione che coinvolge le scuole e l’intera cittadinanza, con laboratori sui temi delle energie rinnovabili.

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