Dal report “Isole Sostenibili 2025”, presentato da Legambiente e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA) nell’ambito del Green Med Expo & Symposium di Napoli, emerge che la transizione ecologica delle isole minori italiane viaggia con il freno a mano tirato, ma con il fotovoltaico che cresce con forza e si afferma come una leva attiva per ridurre la dipendenza energetica da fonti fossili.
Il Rapporto è frutto del lavoro dell’Osservatorio Isole Sostenibili, prendendo in considerazione 26 piccole isole abitate in Italia, amministrate da 33 Comuni che ospitano più di 188 mila abitanti residenti, sulla base di dati 2023 di fonti nazionali ed europee.
L’indice generale di sostenibilità delle isole si attesta al 46,8% — appena l’1,3% in più rispetto al 2024 — ma il dato sul fotovoltaico è infatti positivo secondo quanto riportato da Terna e Legambiente: +116% di potenza installata tra il 2021 e il 2023, con punte virtuose ad Ustica (+153%) e Ventotene (+93%).
Tra le rinnovabili, per il fotovoltaico le isole italiane hanno superato il 50% dell’obiettivo fissato dal DM 2017. Tuttavia, altre rinnovabili restano pressochè immobili: il solare termico è praticamente assente (a Ustica, il migliore caso, si raggiunge appena il 21% dell’obiettivo), le bioenergie si vedono solo a Capraia e la geotermia è marginalmente sfruttata a Ischia, Capri e Sant’Antioco.
Inoltre, permane una dipendenza strutturale dai gruppi elettrogeni diesel: solo 7 delle 26 isole considerate sono interconnesse alla rete elettrica nazionale; le restanti 19 bruciano gasolio per produrre energia.
“È il momento di imprimere una svolta decisa, valorizzando i progressi fatti – come l’aumento del fotovoltaico – ma affrontando con urgenza le criticità ancora presenti”, afferma Francesco Petracchini, direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del CNR.
La soluzione, secondo gli esperti, passa attraverso lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (CER), l’uso di microgrid intelligenti e la connessione selettiva delle isole alla rete nazionale. Temi centrali anche nel progetto europeo Life Islet, che ha presentato a Napoli i primi risultati nella costruzione di CER a Procida (Italia), Cres (Croazia) e Astypalea (Grecia).
Il fotovoltaico, integrato con sistemi di accumulo e gestito da comunità locali, è visto come il motore più immediato e replicabile della transizione insulare. Le isole, infatti, sono ideali per progetti “off-grid” che richiedano gestione locale, energia condivisa e bassa dispersione.
In conclusione, passando in generale all’indice di sostenibilità, in testa ci sono l’isola di San Pietro (conosciuta comunemente come “Carloforte”), con il 62%, seguita da Capri (61%), Sant’Antioco (57%) e le Tremiti (55%).
Secondo quanto riportato dal Report, senza un piano nazionale strutturato — che unisca fotovoltaico, efficienza energetica, gestione idrica e mobilità sostenibile — il rischio è che le isole restino laboratori a metà, pronte ma senza strumenti per fare il salto di scala.
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