Abruzzo, Basilicata e Molise sono le tre regioni più interessanti per gli impianti agrivoltaici avanzati perché offrono un buon compromesso tra i prezzi dei terreni, l’irraggiamento, ma anche la vicinanza alla rete e alla domanda di elettricità. Lo dice Patrizio Donati, AD di Terrawatt, a pv magazine Italia.
“Se uno va in Calabria, c’è molto più irraggiamento, magari i terreni costano poco, ma sei lontanissimo da un punto di connessione. Se vai a nord, invece, hai meglio un irraggiamento, sei più vicino ai punti di connessione, però lì i terreni costano una quantità immane”, ha detto Donati.
Terrawatt, un IPP e sviluppatore di impianti solari ed eolici, punta a impianti tra i 2 e i 20 MW. Insieme a un gruppo di agronomi, la società ha individuato negli impianti agrivoltaici avanzati per pascoli la tipologia ottimale per massimizzare la produzione di energia, con pannelli a 1,30 metri di altezza, con maggiore spazio rispetto al fotovoltaico a terra tra le file di pannelli per permettere il passaggio di persone, bestiame e macchinari.
“Di solito si parla di pecore. Di solito si parla di un Capex simile a quello degli impianti tradizionali, circa €800.000 a MW”, ha detto l’AD di Terrawatt.
Il pascolo è, secondo Donati, la soluzione migliore perché non richiede grande complessità a livello agricolo, offrendo invece varie configurazioni per il bestiame. “Ad esempio puoi avere un certo numero di capi di bestiame che lasci proprio lì sul terreno e loro vivono lì tutto l’anno, oppure puoi avere il pastore che porta in giro il bestiame per i tuoi vari impianti agrivoltaici per farli pascolare”.
Terrawatt non sta considerando agriPV verticale, sostenendo però che questa opzione verrà considerata soprattutto da società che hanno già resa energetica dai loro impianti e sono disposti a prendere un rischio per cercare di sviluppare meglio questa tecnologia. La società sta anche considerando di aprire un’azienda agricola.
“Una considerazione che stanno facendo è quella di aprire una nostra azienda agricola, controllata direttamente da Terrawatt, che gestirà la parte agricola dell’agrivoltaico”, ha detto Donati, aggiungendo che molti operatori internazionali non hanno invece questa attenzione o questo interesse. “È un rischio sostanziale che però, se è l’unico meccanismo che si può percorrere per poter autorizzare questi progetti, è un rischio che alcuni operatori dovranno dovranno per forza prendere”.
Futuro dell’agriPV in Italia
Gli impianti agrivoltaici avanzati aumenteranno significativamente nei prossimi anni perché si tratta della principale opzione disponibile per gli operatori, dice Donati.
“Per realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli, l’unica scelta è l’agrivoltaico, a meno che non si parli di impianti in area idonea. La realtà è che queste aree sono però ormai molto limitate anche perché i proprietari di queste aree sanno che hanno in mano qualcosa che il mercato vuole e quindi ormai i prezzi che chiedono sono alle stelle e noi preferiamo invece accettare il rischio dello sviluppo di un impianto agrivoltaico avanzato, garantendo la continuità agricola sul terreno sottostante”.
Parlando delle decisioni del TAR Lazio annunciate a maggio, Donati conferma la necessità di leggi regionali che non siano peggiorative rispetto alle normative nazionali, auspicando anche un riesame su DL Agricoltura rispetto al divieto dell’installazione di impianti fotovoltaici su area agricola, quindi l’abrogazione del c-quater per gli impianti fotovoltaici a terra.
“Adesso abbiamo in totale una trentina di MW che stiamo sviluppando in agrivoltaico avanzato a pascolo. Non possiamo stare con questi progetti fermi in mano aspettando un cambiamento di normativa”.
Donati riporta che Terrawatt ha tentato di essere il più conservativa possibile sui progetti presentati, senza però aspettare un’evoluzione normativa difficile da prevedere.
Per i nuovi progetti la società intende accettare i nuovi preventivi per l’allaccio alla rete, sapendo comunque che i progetti non verranno approvati in meno di due anni.
“Siamo in costante contatto con vari operatori anche più grandi per questi co-sviluppi, ma tendenzialmente siamo fortunati perché almeno per l’investimento di sviluppo riusciamo a finanziarci da soli. Poi quando si inizia a parlare del Capex di costruzione, quello poi è tutt’altro tema, però intanto arriviamo all’autorizzazione e poi vediamo cosa farci. Questa è la nostra strategia”.
Progetti BESS e prospettive per il sistema Paese
Terrawatt sta lavorando anche a due progetti BESS in Lazio, che potrebbero vedere la luce nel 2027 o nel 2028. Si parla di 200 MW per 4 ore, su quattro ettari.
“Al momento sono early stage, il meccanismo incentivante non è un tema per ora: se ne parlerà una volta che i progetti saranno autorizzati”.
Terrawatt rimane però fiduciosa, consapevole che l’Italia è, al momento, parecchio attraente per gli investitori internazionali.
“Terna sta facendo un ottimo lavoro e in più ci sono tanti investimenti pianificati per il potenziamento della rete. Le autorizzazioni sono lente e sono difficili, però alla fine i divieti diciamo su progetti fatti bene tendono a non arrivare e comunque poi, se arrivano impropriamente, prima o poi si riesce a metterli a posto facendo ricorso al TAR. Soprattutto c’è da considerare i prezzi dell’energia. Dal 2022, dall’inizio della crisi energetica, non sono scesi”, ha detto Donati, ricordando poi un under-deployment delle rinnovabili rispetto ad altri Paesi.
Secondo Donati, Macse e FerX sono tra i meccanismi di supporto migliori al mondo.
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