In una casa con impianto fotovoltaico, durante giornate miti e soleggiate, è possibile riscaldare casa utilizzando una pompa di calore alimentata quasi interamente dall’energia solare autoprodotta, riducendo o quasi azzerando il bisogno di elettricità dalla rete.
Lo ha dichiarato a pv magazine Italia Angelo Rivolta, Head of Heat Pumps Division di Genertec Italia, che spiega nel dettaglio come il fotovoltaico abbinato a una pompa di calore, con una gestione intelligente, può aumentare considerevolmente l’autoconsumo residenziale, riducendo costi ed emissioni.
“In un’abitazione, la presenza di un impianto fotovoltaico potrebbe produrre energia sufficiente ad alimentare la pompa di calore, con prelievo dalla rete ridotto o pari a zero”, ha dichiarato, precisando che per verificare questa affermazione, ha eseguito un test sulla sua abitazione. Essa è dotata di 2 pompe di calore ad espansione diretta con terminali da 12000 + 9000 BTU ciascuna, impianto fotovoltaico da 6 kWp, senza batteria e impianto di riscaldamento con caldaia a condensazione e radiatori.
“Il sistema ha un controllo domotico che attiva le pompe di calore se l’immissione in rete raggiunge almeno 700 W e le disattiva se il consumo da rete supera i 1500 W per più di 3 minuti. Il termostato della PdC è tarato a 22 °C, 2 gradi in più rispetto al termostato della caldaia, in modo da accumulare calore per la serata”, spiega Rivolta.
Nelle giornate del 9 e 10 novembre 2025, in una località a 30 km da Milano, il cielo era terso e le temperature sono state di 3°-4° minimi e 14°-15° massimi. Rivolta ha constatato che nelle due giornate, l’energia da fotovoltaico è stata sufficiente per far partire le macchine intorno alle 8:00, mantenendo l’alimentazione fino a circa le 14:00. “Oltre questo orario, le pompe di calore hanno continuano a funzionare fino alle 15:30 prima di raggiungere il limite di prelievo impostato”, ha dichiarato.
La temperatura interna aumenta quando partono le pompe di calore o la caldaia nelle prime ore del mattino, poi si mantiene stabile fino al giorno dopo, calando solo di circa 2,5 °C senza nuove accensioni. L’energia prelevata dalla rete elettrica è minima durante la giornata e sempre sotto 1 kW e il sistema fotovoltaico fornisce la maggior parte dell’energia necessaria alle pompe di calore.
Questi dati confermano che, in condizioni climatiche miti, la combinazione pompe di calore+ fotovoltaico può mantenere il riscaldamento domestico a costi molto bassi. Anche il riscaldamento mattutino potrebbe essere gestito solo dalle pompe di calore con spese contenute.
Rivolta parla ora invece di giornata invernale tipica. “Prendiamo una pompa di calore che consuma in media 1.500 W, con punte più alte all’avvio e in presenza di basse temperature. Un impianto fotovoltaico può abbattere il consumo elettrico se fornisce almeno questa potenza in tempo reale, mentre una batteria aiuta solo se caricata da energia eccedente. La gestione ottimale prevede accumulare energia termica durante il giorno per ridurre la domanda la sera, sfruttando il fotovoltaico quanto più possibile”.

-2,0 kW a + 7 °C esterni
– 2,7 kW a – 7 °C esterni.
A 55 °C di mandata i valori sono:
-3,2 kW a + 7 °C esterni
– 3,7 kW a – 7 °C esterni.
Il secondo grafico riporta un caso reale, costituito da un impianto con due PdC aria/aria con potenza nominale di 5 kW termici ciascuna.
I valori di consumo sono:
– spunto iniziale di una macchina a 1.800 W;
-picco a 3.800 W quando parte la seconda macchina;
– consumo regolare a 1.300 W durante il resto della giornata grazie alla modulazione.
Immagine: Angelo Rivolta
Se l’impianto fotovoltaico produce almeno 1.500 W in tempo reale, “azzera i consumi” della pompa di calore. Una batteria di accumulo da 6.000 kWh completamente carica potrà alimentare questo sistema per 4 ore, spiega. Tuttavia la batteria alimenta tutto ciò che è elettrico in casa, quindi la sua durata effettiva dipende dallo stato di carica e dai consumi totali. Angelo Rivolta sottolinea inoltre: “La sua carica viene ottenuta solo con l’energia in surplus rispetto ai consumi: in presenza di elevati consumi durante il giorno, l’energia fotovoltaica potrebbe essere non sufficiente per caricare anche la batteria”.
La strategia di riscaldamento migliore è “avere a disposizione molta energia fotovoltaica, da utilizzare a compensazione dei consumi istantanei e, eventualmente, per accumulare energia da utilizzare in serata. “Nel caso citato, ho preferito usare più energia durante il giorno e accumulare energia termica nell’abitazione”.
Il manager di Genertec Italia fa anche una riflessione sul sovradimensionamento della pompa di calore che “non conviene, né dal punto di vista del COP né del funzionamento dell’impianto. Lo spiega Rivolta, che spesso si sente dire “sovradimensionare va bene perché le macchine avrebbero un COP più alto se modulano, cioè se funzionano a potenza ridotta”. Si tratta di un’idea che arriva dal mondo delle caldaie a condensazione, dove effettivamente “in modulazione riescono a fare condensare di più i fumi, con innalzamento del rendimento”.
“Il sovradimensionamento della macchina comporta una potenza minima erogabile più elevata, che impedisce al compressore di seguire il fabbisogno di calore quando diminuisce, innescando la dannosa modalità ON/OFF”. Importante, inoltre, è la regolazione della temperatura di mandata dell’acqua dell’impianto. Impostare la temperatura al minimo necessario (ad esempio, 30-35 °C per impianti radianti e 45-55 °C per radiatori) migliora notevolmente il COP stagionale e l’intero bilancio energetico dell’impianto.
L’adozione di una “curva climatica” intelligente, che regola la temperatura di mandata sulla base della temperatura esterna, permette di aumentare l’efficienza della pompe di calore e ridurre i consumi di elettricità anche del 15-17% rispetto a un funzionamento fisso.
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