Non è immediato capire cosa succederà con i fondi europei e cosa succederà con i progetti energetici che dovrebbero usare questi fondi per promuovere la transizione energetica, ma il mese in conclusione sta dando delle indicazioni che non dovrebbero essere sottovalutate.
Martedì 17 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sull’attuazione del PNRR, chiedendo una proroga di 18 mesi per i progetti maturi, attraverso una modifica del Regolamento RRF.
La Commissione sembra aver recepito. Proprio per mezzo del commissario italiano Raffaele Fitto, l’esecutivo europeo ha presentato le opzioni a disposizione dei Paesi membri per poter far fronte a ritardi, rimodulando tempistiche e fonti di finanziamento.
A distanza di una settimana, il governo italiano sembra dare un’indicazione molto chiara: i fondi PNRR potranno essere usati per un periodo più lungo rispetto a quanto originariamente previsto.
Prima è emerso che la scadenza del 30 giugno 2026 per i fondi PNRR per il bando Agrivoltaico non richiederà l’entrata in esercizio, ma la fine lavori. Questo attraverso il documento riportante le modificazioni al decreto 22 dicembre 2023, n. 436. Di fatto viene concesso più tempo, anche se viene prevista comunque la perdita del diritto alla tariffa incentivante nel caso di entrata in esercizio dopo il 30 settembre 2028.
Poche ore dopo il Mase ha pubblicato il decreto che estende i fondi Pnrr a CER fino a 50.000 abitanti, ma che soprattutto proroga l’entrata in esercizio dal 30 giugno 2026 al 31 dicembre 2027.
“La rimodulazione delle tempistiche è quindi frutto di un dialogo aperto tra il ministero e l’EU in merito a tutti i fondi PNRR e non solo all’AgriPV”, spiega Alessio Pinzone, AD di ResFarm.
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