Enel vince tre bandi per la produzione di idrogeno verde in Calabria, Liguria e Puglia

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La Regione Liguria ha approvato, con decreto dirigenziale del settore Energia, la graduatoria dell’avviso per la selezione di proposte progettuali volte alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse.

Il progetto principale è quello di Enel, che prevede una produzione di circa 134 tonnellate annue di idrogeno e un consumo di circa 7,7 GWh di energia rinnovabile asservita.

“A saturare quasi per intero l’importo di 14 milioni di euro previsto dalla misura – rientrante nella Missione 2 ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’, Componente 2 ‘Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile’, Investimento 3.1, del PNRR – è il progetto di Enel Spa, valutato con il punteggio più alto dalla commissione regionale,” ha detto la Regione Liguria.

A fine marzo, Enel ha vinto tre bandi per un totale di 38 milioni di euro per la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse in Puglia (Brindisi), Calabria (Rossano) e appunto in Liguria.

Enel ha spiegato che procederà a presentare, nei prossimi giorni, i dettagli sugli impianti fotovoltaici collegati alla produzione di idrogeno.

Il gruppo aveva siglato nel 2020 un accordo con Eni per installare 20 MW di capacità di generazione di idrogeno tra il 2022 e il 2023.

In un comunicato stampa congiunto, le due società avevano precisato che due elettrolizzatori da 10 MW sarrebbero costruiti presso imprecisate raffinerie Eni in Italia, “dove l’idrogeno verde sembra essere la migliore opzione di decarbonizzazione”.

“Siamo interessati ad esplorare, con Eni, il promettente settore dell’idrogeno verde”, aveva dichiarato all’epoca l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. “Insieme abbiamo individuato un paio di siti da cui partire con i primi progetti. Il sistema complessivo che abbiamo in mente funzionerà come un circuito chiuso, per cui l’elettrolizzatore alimentato da energia rinnovabile e la raffineria saranno vicine, evitando così la costruzione di complesse infrastrutture di trasporto per spostare l’idrogeno”.

 

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