Reddito Energetico, stallo sulla cybersicurezza trattiene 100 milioni già investiti, dice Enpal

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pv magazine Italia continua a parlare dell’assicurazione sulla cybersicurezza per gli impianti in Reddito Energetico. Dopo aver approfondito alcuni aspetti con rappresentanti di Italia Solare, ne discute oggi con Emilio Martucci, head of operations presso Enpal Italia.

pv magazine Italia: Che cosa avete compreso riguardo all’assicurazione sulla cybersicurezza per gli impianti in reddito energetico? Qual è la situazione attuale?

Emilio Martucci: L’interpretazione attuale sembra richiedere una copertura estremamente ampia, che includa l’assicurazione di ogni componente dell’impianto fino all’intero sistema. Il GSE ci ha confermato che al momento non esiste sul mercato un prodotto assicurativo che copra esplicitamente questi rischi e che stanno dialogando con il MASE per la rimozione di questa clausola, ma i tempi immaginiamo saranno molto lunghi.

Cosa significa in pratica?

In termini concreti, questo blocco sta trattenendo 100 milioni di euro già investiti in impianti che non possono essere installati. Le aziende del settore hanno speso milioni di euro circa sei mesi fa per acquisire clienti, ma non hanno ancora ottenuto alcun ritorno economico. Alcune piccole imprese locali potrebbero essere già fallite a causa di questa situazione.

Cosa comporta per voi?

Siamo specializzati nell’installazione di impianti fotovoltaici e pompe di calore residenziali, offrendo soluzioni chiavi in mano e prodotti finanziari esclusivi per il mercato italiano. Come leader in Europa con oltre 65.000 impianti installati, abbiamo recentemente avviato le nostre operazioni anche in Italia. Questa situazione ci colpisce fastidiosamente: abbiamo centinaia di impianti bloccati, per i quali abbiamo già investito risorse significative in sopralluoghi, marketing, progettazione e gestione delle pratiche. I nostri clienti del Reddito Energetico sono inconsolabili.

Secondo voi, come si potrebbe superare questa impasse?

A nostro avviso, la soluzione più efficace sarebbe eliminare la clausola relativa alla cybersicurezza. Nessuna compagnia assicurativa offrirà mai una copertura per un rischio così incerto e, se anche lo facesse, i costi sarebbero talmente elevati da rendere l’intero sistema economicamente insostenibile, erodendo i margini e rendendo impraticabile il modello di business.

Quali sono le tempistiche, secondo voi?

Attendiamo aggiornamenti da circa sei mesi, ma finora non abbiamo ricevuto alcuna informazione significativa. La cybersicurezza è senza dubbio un tema cruciale, ma sarebbe stato necessario prevedere questo requisito con anticipo, così da permettere agli installatori e alle compagnie assicurative di prepararsi adeguatamente.

Avete altre considerazioni da condividere su questo tema?

L’incertezza normativa sta causando gravi problemi non solo alle aziende del settore, ma anche ai clienti finali. Un intervento immediato per chiarire o eliminare questa clausola è essenziale per ripristinare il normale flusso delle attività e garantire la sostenibilità del settore.

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