Tra le aziende che si stanno muovendo in Italia promuovendo la nascita di CER c’è E-ON Italia. pv magazine Italia ha intervistato Stefano Manes, Sales Director B2B & B2Condo di E.ON Italia.
In apertura di intervista, Manes non ha dubbi: per realizzare una vera e propria transizione nel Paese non possiamo prescindere dall’autoproduzione e dell’autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. “In particolare, il fotovoltaico può essere centrale in questo percorso: questa tecnologia permette di realizzare investimenti con un ritorno concreto, spingendo sull’elettrificazione dei consumi e favorendo una maggiore stabilità dei prezzi dell’energia e quindi delle bollette elettriche. L’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili portano grande impulso alla decarbonizzazione del Paese e, allo stesso tempo, offrono una maggiore tutela nei periodi di crisi energetica, oltre a rappresentare un primo importante passo del percorso verso una maggiore indipendenza energetica. In questo contesto, iniziative come l’autoconsumo collettivo (AUC) e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono soluzioni ideali per alimentare la transizione nel Paese. Rappresentano, infatti, il perfetto esempio di una transizione energetica condivisa, che metta al centro il cittadino rendendolo parte attiva e consapevole di questo percorso”.

pv magazine Italia: AUC e CER hanno quindi un ruolo importante nell’ambito del processo di efficientamento e decarbonizzazione. Quali sono le principali sfide da affrontare in Italia?
Manes: Per quanto riguarda la diffusione di questo tipo di progetti in Italia, il trend è interessante. Tuttavia, considerando sia il numero dei progetti attivi ad oggi sia la dimensione media degli impianti in questione, che sono spesso di piccola taglia, c’è ancora molto da fare per alimentare la decarbonizzazione del Paese. Dal punto di vista normativo, dopo qualche anno di incertezza e di mancanza di norme specifiche dedicate, il Decreto CER pubblicato nel 2024 ha sicuramente dato un impulso a questi progetti e risolto il vuoto normativo in cui ci siamo trovati negli ultimi anni. Un aspetto su cui invece è necessario un intervento più puntuale riguarda gli incentivi. Negli anni abbiamo visto diversi dietrofront da questo punto di vista, rendendo la situazione poco chiara, a discapito dei cittadini. Un quadro di incentivi stabile e di lungo termine è essenziale per attrarre investimenti e garantire la sostenibilità economica dei progetti. È fondamentale anche per rendere la transizione accessibile a tutte le fasce della popolazione.
È evidente che la transizione energetica comporta dei costi e che è importante garantire inclusività per le fasce della popolazione che non possono affrontare rilevanti investimenti.
Le sfide non sono solo sul piano normativo, ma anche sul piano culturale. A livello di consapevolezza e sensibilità, ci stiamo muovendo nella giusta direzione: infatti oggi l’attenzione a riguardo è più alta. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare in termini di diffusione di cultura e conoscenza sulle tematiche di sostenibilità. Anche in questo caso, crediamo fortemente che la soluzione stia nella collaborazione tra aziende, istituzioni e cittadinanza per promuovere progetti informativi ed educativi per gli individui.
Considerato lo scenario appena descritto, che tipo di progetti si possono realizzare oggi in Italia?
Un vantaggio di AUC e CER riguarda la loro flessibilità e applicabilità sia al contesto condominiale, come aggregazione di cittadini, sia alle aziende. Per fare un esempio recente, abbiamo appena avviato un progetto nel Condominio Monte Cervialto a Roma. Il condominio ha 38 unità immobiliari, e presenta un tetto piatto con una superficie di 100mq dove è stato realizzato un impianto fotovoltaico di potenza 9,88 kWp con una produzione attesa di circa 14.000 kWh/a. L’energia prodotta dall’impianto viene utilizzata al 30% circa per l’autoconsumo fisico mentre il restante 70% viene immesso in rete e valorizzato in base alla normativa dell’autoconsumo collettivo virtuale con un beneficio economico diretto per i condòmini.
Avevamo parlato a novembre dell’impianto presso una conceria…
L’autoconsumo collettivo genera impatti positivi anche nel contesto aziendale, come testimoniato appunto dalla nostra collaborazione con Italconcia, realtà conciaria del distretto di Castelfranco di Sotto in Toscana. Insieme a E.ON, l’azienda ha avviato una comunità energetica rinnovabile che non solo diminuirà l’impronta ambientale dell’azienda, ma porterà anche benefici a tutta la comunità locale. L’impianto fotovoltaico sul tetto della sede di Italconcia, infatti, produrrà un surplus di energia che potrà essere condivisa virtualmente con i cittadini. Questi progetti esprimono una flessibilità che ben si combina al contesto italiano che comprende sia grandi città che piccole comunità e che presenta milioni di condomini ma anche numerose aziende, soprattutto PMI.
Come si posiziona l’Italia nel contesto europeo, relativamente a questo tipo di iniziative?
A livello europeo, l’UE promuove attivamente le comunità energetiche attraverso iniziative come l’Energy Communities Repository, che mira a mappare e supportare lo sviluppo di queste realtà. L’Italia ha adottato la normativa sulle CER in vantaggio rispetto ad altri paesi Europei. Sicuramente c’è ancora molto da fare ma il sostegno dell’UE e le iniziative nazionali rappresentano opportunità chiave per accelerare la crescita delle comunità energetiche nel Paese.
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