Le regioni, nella definizione della normativa sulle aree idonee, stanno rivolgendo sempre più attenzione all’agrivoltaico che si sta affermando come attore protagonista a sé stante e distinto dal fotovoltaico. È invece sempre più preminente la necessità di conoscere la sentenza del TAR Lazio relativa al DM Aree idonee, il cui esito potrebbe essere reso noto la prossima settimana. È quanto emerso ieri durante il convegno “Fotovoltaico e aree idonee: facciamo il punto” organizzato da Italia Solare presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.
L’evento ha accolto, tra gli altri, i rappresentanti di nove Regioni che hanno illustrato lo stato d’avanzamento nella definizione della normativa.
Simona Brancaccio, direttrice Valutazioni ambientali della Campania, ha spiegato che finora sono stati autorizzati oltre 1.000 MW “effettivi” di impianti Fer, in particolare grazie ai provvedimenti autorizzatori unici regionali (Paur).
“La Regione – ha detto Brancaccio – ha traguardato e superato gli obiettivi 2024 con un surplus di 280 MW e nel 2025 siamo già all’85% del raggiungimento degli obiettivi”.
La legge sulle aree idonee sarà pertanto “snella”, ha spiegato la direttrice. Il gruppo di lavoro, composto da quattro direzioni generali, ha “abbondato con le aree idonee” per “ridurre la speculazione dei prezzi sui terreni”. Ridotte inoltre “al minimo le zone di esclusione” per “stimolare la nuova produzione di energia”.
“L’agrivoltaico – ha concluso Brancaccio – è per noi il presente e il futuro, è l’unica tecnologia che consente di coniugare la produzione energetica con quella agricola”.
Silvio Cicchelli, dirigente Area sostenibilità del Lazio, ha detto che la proposta di legge è “in fase di avvio preliminare ai fini dell’approvazione”. All’interno, ha aggiunto il dirigente, ci sono molti articoli che delineano aree idonee, non idonee e ordinarie.
Dalle anticipazioni fornite da Cicchelli, la norma conterrà anche un articolato dedicato alla diversificazione agricola e agli impianti agrivoltaici “al fine di evitare la dispersione delle attività agricole sul territorio” e una mappa delle aree.
Il dirigente ha poi affermato che la regione ha già raggiunto l’obiettivo di installazione Fer fissato al 2026 con due anni di anticipo rispetto al calendario declinato dal Mase e che lo stesso “si potrebbe dire sull’obiettivo al 2030” ma al momento “ci riserviamo di attendere ulteriori rilevazioni”.
Rispetto al cumulo di progetti in determinate aree, Cicchelli ha detto che la Regione, conscia dell’esito contrario al principio di equa distribuzione per gli impianti Fer espresso dal TAR Lazio, è “fiduciosa” che i giudizi del Consiglio di Stato sulla stessa tematica “possano dare valore al lavoro svolto”.
Thomas De Luca, assessore all’Energia della’Umbria, ha presentato i tre punti cardine adottati per la definizione della legge: richiesta di un’elevata puntualità progettuale; quantificazione delle aree idonee per ottenere un rapporto “1 a 10” dove 1 è il potenziale fabbisogno e 10 la disponibilità effettiva “per evitare effetti speculativi con prezzi fuori controllo”; ampliamento della definizione di aree idonee prevedendo un buffer di 500 metri anche per le aree di servizi, includendo le superfici e le coperture di edifici e un ampliamento delle tutele per quello che riguarda ulteriori tipologie di beni con principio di prevalenza di idoneità.
Per quanto riguarda gli impianti agrivoltaici, saranno ammessi solo quelli avanzati “che garantiscano un’utilità sociale oltre che agronomica ed economica”.
Laura Mongiello, assessora all’Ambiente della Basilicata, ha detto che la Regione ha predisposto il disegno di legge ma è in attesa di conoscere la sentenza sul DM Aree idonee.
“Abbiamo lavorato mantenendo le aree idonee ex-lege e per le aree non idonee abbiamo rispettato i criteri già individuati nel 2015 in fase di stesura del Piano paesaggistico”, ha spiegato Mongiello.
In particolare, l’assessora ha evidenziato la promozione del potenziamento e del rifacimento di numerosi impianti in atto nella regione, soprattutto per gli impianti “più piccoli e vetusti”, per ottimizzare l’incremento dell’energia.
Rosario Varì, assessore allo Sviluppo economico della Calabria, ha spiegato che la regione, in un’ottica di transizione energetica, sta incentivando particolarmente efficientamento energetico e autoconsumo.
“Esiste una proposta di legge sulla quale ci siamo confrontanti e abbiamo coinvolto gli stakeholders”, ha detto Varì.
Sulle aree idonee, la Calabria sta ha recepito quanto indicato nel decreto legislativo 199/2021 a discrezione del comma oggetto del contendere presso il TAR Lazio.
Saranno pertanto idonee le superfici di copertura (capannoni, parcheggi). “Per l’agrivoltaico riteniamo debbano essere considerate idonee le aree agricole situate in comuni svantaggiati con terreni incolti da più di due anni” ha spiegato Varì. “Sempre in ambito agrivoltaico – ha aggiunto – riteniamo idonee anche le aree ricadenti all’interno di parchi eolici già autorizzati”.
Per lo stoccaggio, invece, sono stati considerati i perimetri entro 1km dai punti di connessione nazionale e anche le aree adiacenti agli impianti di trattamento dei rifiuti di competenza del servizio integrato.
Per le aree non idonee, “la Calabria ha posto degli ulteriori limiti”, oltre a recepire la normativa nazionale, “per tutelare le coste e i parchi regionali”.
Gaetano Armao, presidente della Commissione tecnica-specialistica della Sicilia, ha detto che il fotovoltaico non è più uno solo, ma che “fotovoltaico e agrivoltaico sono due realtà completamente diverse e la seconda non è una derivazione della prima”.
In particolare, Armao ha detto che “l’agrivoltaico per la Sicilia è un’opportunità straordinaria” che “consente di riportare investimenti sulla terra che altrimenti non ha basi economiche adeguate, consente di contrastare spopolamento e dissesto idrogeologico”.
Fabiano Amati, assessore al Bilancio della Puglia, intervenendo brevemente in videochiamata, ha riferito che “la Puglia ha portato in Consiglio un testo sulle aree idonee che ha trovato condivisione con i portatori di interesse”.
Per quanto riguarda le regioni in cui le leggi sono già entrate in vigore, sono intervenuti Alberto Budai, presidente della commissione Lavori pubblici del Friuli-Venezia Giulia, il quale ha dichiarato che “verrà creata una vera e propria cartografia con superfici idonee e non idonee”.
Emiliano Di Matteo, presidente della commissione Attività produttive dell’Abruzzo, ha detto che a fine 2024 il cronoprogramma prevedeva l’installazione e messa in esercizio per poco meno di 500 MW e “l’autorizzato non arrivava a 100 MW”.
Di fronte a questa situazione, Di Matteo ha detto di aver segnalato alla giunta che “il rischio di essere commissariati al 2027 e sanzionati al 2030 è molto alto”. Ha infine aggiunto che lasciare discrezionalità alle regioni “non è stata una scelta saggia”.
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