I modelli di business per lo sviluppo di progetti agrivoltaici in Europa variano molto, con soggetti come Lightsource bp interessati a un approccio continentale, se non globale, e società come la tedesca Feld Energy invece interessate ad aree piuttosto specifiche: neanche la Germania in generale, ma solo due Länder (Baviera e Baden-Württemberg).
A parte gli sviluppi tecnologici a livello di pannelli, strutture di montaggio e algoritmi per la massimizzazione delle produzioni, la standardizzazione è infatti il tema principale della seconda giornata della conferenza Agrivoltaics, in corso a Milano.
“Sia a livello tecnico che di modello di business, cerchiamo di standardizzare. Ma il team deve rispettare il più possibile le regole e le mentalità locali. È necessario adattare per esempio le argomentazioni che si presentano agli interlocutori, in base a una serie di fattori, anche in base all’età dell’agricoltore. È necessario adattarsi alle persone, mantenendo l’offerta il più standardizzata possibile”, ha detto Laurent Coulot, CEO della svizzera Insolight.
Lo scopo in generale è lo “scale-up”. Per Jonathan Rotenberg, fondatore di Iron Agri, sono necessari molti ettari per rendere i progetti fattibili e solidi. Adrian Renner di Feld Energy, invece, ricorda che la sua azienda vuole sviluppare solo progetti da 1 MW, per capire meglio i processi amministrativi. Riporta poi un tasso di approvazione dei progetti sviluppati nei due Länder tedeschi pari al 95%. Questi sono normalmente progetti portati avanti in collaborazione con agricoltori, che possono poi gestire l’impianto o delegare la gestione a Feld Energy.
L’idea generale emersa oggi è che, se non si va avanti ora, il futuro dell’agrivoltaico non è assicurato.
“Se non costruisci qualcosa velocemente, non impari”, ha aggiunto Coulot, poi capire cosa funzioni e cosa non funzioni.
E poi ci sono altre due questioni aperte:
- Quale il rapporto tra l’imprenditore agricolo e l’investitore nella parte energetica?
- Quali le modalità per collaborare tra diversi soggetti?
In merito al secondo interrogativo, Robert Händel, CEO di OPES Solar Mobility, ha detto che è necessario anche una collaborazione tra soggetti diversi nella catena di approvvigionamento.
“Non siamo stati molto bravi a lavorare insieme lungo l’intera catena del valore. Ora che la riduzione dei costi richiede una maggiore collaborazione, dobbiamo cooperare di più lungo”, ha detto Händel.
pv magazine Italia ha moderato il terzo panel della due giorni di conferenze, con un focus sugli imprenditori agricoli. Il primo giorno ha suggerito una possibile convergenza di massima tra AIAS e Italia Solare.
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