Enel, impianto agrivoltaico da 1 MW presso la ex centrale di Bastardo: +75% di api e fiori

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Presso l’ex centrale Enel di Bastardo a Gualdo Cattaneo (Perugia), demolita di recente, è stato installato un impianto fotovoltaico che ha una potenza complessiva  di 997,92 kW su struttura fissa, costituiti da moduli bifacciali della potenza di 540 Wp connessi ad inverter di stringa.

pv magazine Italia ne ha parlato con portavoce di Enel, che ha spiegato i dettagli dell’impianto e progetto dimostrativo rientrante nella più ampia iniziativa nazionale di Enel Green Power denominata Agrivoltaico Open Labs. “Il tutto avviene in collaborazione con aziende agricole dei territori ed il coinvolgimento di centri di ricerca, università e startup italiani. Sono cinque i laboratori agrivoltaici sulla penisola, di cui due in Umbria a Colfiorito e a Bastardo, che si caratterizzano per un per un altissimo livello di innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e produzioni agricole di eccellenza”.

Il progetto è anche supportato nell’ambito del Centro Nazionale Biodiversità, il primo centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nell’ambito del finanziamento del Pnrr.

“Si tratta di un vero e proprio laboratorio per sperimentare nuove soluzioni nel settore delle energie rinnovabili, della sostenibilità e dell’agricoltura innovativa e sostenibile. La sperimentazione relativa alla realizzazione di habitat per impollinatori si è conclusa ad aprile, tutte le altre attività sperimentali saranno completate entro luglio”, ha spiegato Enel.

Agrivoltaico ed erbe aromatiche

La sperimentazione agrivoltaica consiste nell’implementazione di specie aromatiche, nello specifico salvia, timo e rosmarino, in due aree: una di  test, rappresentata da cinque corridoi tra due file di moduli fotovoltaici e un’area controllo, libera dall’effetto dell’ombreggiamento legato ai moduli fotovoltaici.

Il portavoce di Enel ha spiegato che oltre alle prestazioni dell’impianto fotovoltaico, nel corso della sperimentazione sono valutate le condizioni ambientali e del suolo, il risparmio di acqua, attraverso una rete di sensori. In aggiunta, sono effettuati periodicamente dei rilievi sui parametri di crescita, misurati direttamente sulle piante come altezza e larghezza.

Enel aggiunge che un altro test è basato sull’implementazione di soluzioni naturali per agricoltura rigenerativa, per proteggere il suolo dall’erosione, migliorare l’assorbimento dell’acqua e proteggere le comunità microbiche, attraverso la semina di mix erbacei selezionati ad hoc come erba medica, lupinella, fieno greco e cicoria. Inoltre, si prevede uno studio su un telo di pacciamatura innovativo per valutare le condizioni del suolo e l’impatto su habitat locali ed ecosistemi.

“Le rese delle specie aromatiche saranno valutate entro luglio 2025, quando sarà effettuata la raccolta della biomassa, a quasi due anni dall’implementazione. Al primo anno sono stati valutati alcuni parametri come la crescita e il volume e ci aspettiamo rese molto promettenti. In altre sperimentazioni fatte con aromatiche in altri siti abbiamo valutato rese positive, incrementate del 15-20% e un risparmio idrico del 15-29%”.

Agrivoltaico ed impollinatori

Un test è focalizzato sulla creazione di habitat impollinatori domestici (api da miele) e selvatici, mediante la piantumazione di specie mellifere selezionate ad hoc, con fioritura da aprile ad ottobre come cisto, nepetella ed elicriso. Sono state installate quattro arnie, di cui una didattica per impollinatori domestici e cinque rifugi per impollinatori selvatici.

“Lo stato di salute degli impollinatori è rilevato attraverso arnie sensorizzate che misurano suono, peso, temperatura e umidità interne; sensori di temperatura e della qualità dell’aria; una rete di sensori acustici per il censimento degli impollinatori.Il progetto comprende quattro arnie, di cui una didattica, rifugi per impollinatori selvatici e l’installazione di una rete di sensori dedicata alla valutazione dello stato di salute degli impollinatori stessi, che consente un monitoraggio continuo da remoto, facilitando il lavoro di gestione dell’apiario”.

Enel sottolinea che l’obiettivo della sperimentazione per gli impollinatori consiste nella dimostrazione che un impianto fotovoltaico può essere un’opportunità per salvaguardare la biodiversità e migliorare un servizio ecosistemico essenziale, come è quello dell’impollinazione, valorizzando anche aree marginali inutilizzate e creando continuità con l’ambiente circostante.

Risultati

Enel spiega che al termine della fase di sperimentazione, sono stati registrati miglioramenti significativi di alcuni KPI relativi alla biodiversità del sito rispetto al periodo precedente. In particolare abbondanza di impollinatori: +75%, disponibilità di fiori: +74% e idoneità alla nidificazione: +3,2%

“Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, prosegue il dialogo e la condivisione con i Comuni del territorio, la Regione Umbria e il più ampio tessuto istituzionale locale”, conclude il portavoce.

La storia della centrale

La centrale Enel di Bastardo era attiva dal 1967, prima a olio combustibile e poi a carbone dal 1991. E’ stata chiusa definitivamente nel 2013 a causa della riduzione della domanda energetica e dell’elevato impatto ambientale lasciato sul territorio. Dopo la sua dismissione il sito ha attraversato una lunga fase di incertezza e proposte di riconversione. Nel 2015, per esempio, il consigliere della Regione Umbria Claudio Ricci aveva proposto la riconversione parziale della centrale “in un centro per energie rinnovabili, formazione, ricerca e turismo, valorizzandone il valore simbolico e culturale”.

Negli anni successivi, la Regione Umbria e Enel hanno avviato diversi tavoli di confronto per il riutilizzo dell’area, inserendo la ex centrale nel programma nazionale Enel Futur-E, volto alla riconversione di vecchi siti a fonti fossili. Tra le ipotesi più avanzate, ma poi accantonate, c’è stata quella di realizzare un Polo regionale dell’Idrogeno e della Mobilità alternativa (progetto Prima).

Ed ora, nel 2025, la centrale è stata appunto demolita e posta al centro del progetto agrivoltaico dedicato alle erbe aromatiche e impollinatori

 

 

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