La Commissione Europea ha adottato a maggio la normativa secondaria derivante dalla Legge sull’Industria a Emissioni Nette Zero per aiutare l’Europa a produrre almeno il 40% del proprio fabbisogno annuale di tecnologie strategiche, inclusi moduli fotovoltaici, batterie e pompe di calore. Questa nuova regolamentazione stabilisce le regole per gli Stati membri su come premiare la sostenibilità e la resilienza nelle aste per le energie rinnovabili.
Il diario ufficiale dell’Unione Europea ha pubblicato recentemente il Regolamento di Esecuzione 2025/1176: nuove linee guida per le aste di energie rinnovabili nell’Unione Europea (UE). Questo regolamento definisce le specifiche per i criteri di preselezione e di aggiudicazione non legati al prezzo nelle procedure d’asta per le energie rinnovabili.
Il regolamento sviluppa e precisa i criteri stabiliti dall’articolo 26 del Regolamento (UE) 2024/1735, che disciplina le aste per l’implementazione delle tecnologie rinnovabili. Tra i criteri principali figurano:
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Condotta aziendale responsabile.
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Cybersecurity e sicurezza dei dati.
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Capacità di realizzare i progetti completamente e nei tempi previsti.
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Sostenibilità ambientale e resilienza.
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Innovazione ed efficienza nell’integrazione del sistema energetico.
Inoltre, viene stabilita una ponderazione minima obbligatoria per questi criteri nei processi di aggiudicazione e si consente agli Stati membri di adattare alcuni aspetti qualora i costi risultassero sproporzionati.
Nell’articolo 7, dedicato al “Contributo alla resilienza”, si stabilisce che, qualora la Commissione accerti — almeno nove mesi prima della pubblicazione di un’asta — che oltre il 50% dell’approvvigionamento nell’Unione di prodotti finali relativi alle tecnologie a zero emissioni nette proviene da un unico paese terzo, oppure che tale approvvigionamento da un solo paese terzo sia cresciuto di almeno 10 punti percentuali in media per due anni consecutivi raggiungendo almeno il 40% del totale UE, le autorità competenti potranno consentire la partecipazione all’asta o assegnare punteggi solo alle offerte che rispettino specifici requisiti. Tali requisiti riguardano i prodotti finali e i principali componenti specifici indicati nel Regolamento di esecuzione (UE) 2025/1178 e inclusi nell’offerta.6
Nel caso delle tecnologie fotovoltaiche, i prodotti finali non devono essere assemblati in tale paese terzo e almeno quattro componenti specifici principali utilizzati in questi prodotti non devono provenire da tale paese. Gli inverter fotovoltaici e le celle fotovoltaiche o equivalenti non devono essere originari di tale paese terzo, né i moduli fotovoltaici devono essere stati assemblati in esso.
Nel caso degli elettrolizzatori, i prodotti finali non devono essere originari di tale paese terzo e non più di due componenti specifici principali devono provenire da esso. Lo stack non deve essere originario di tale paese terzo.
Per quanto riguarda le pompe di calore, i prodotti finali non devono essere originari di tale paese terzo e solo un componente specifico principale può provenire da esso.
Questo regolamento entrerà in vigore l’8 luglio 2025 ed è di applicazione diretta e obbligatoria in tutti gli Stati membri. Dovrà essere applicato almeno al 30% dei volumi messi all’asta, o a 6 GW all’anno per paese.
Quote attuali del fotovoltaico e delle batterie
Inoltre, la Commissione Europea ha pubblicato la comunicazione C/2025/3236, che fornisce informazioni aggiornate per determinare le quote di approvvigionamento verso l’Unione Europea di prodotti finali e dei loro principali componenti specifici provenienti da diversi paesi terzi.
Secondo questi dati, l’85% delle installazioni proviene da paesi terzi; nel caso dei moduli fotovoltaici, la quota è del 96%, del 62% per gli inverter e del 100% per le wafer.
Per quanto riguarda le batterie nel loro complesso, moduli e celle, la percentuale è del 59%, e il 100% dei materiali attivi anodici.
Entrando nel dettaglio della provenienza, nel caso delle installazioni fotovoltaiche complete, il valore più elevato delle importazioni nel 2023 proveniva dalla Cina, con il 79%. La quota del secondo maggior fornitore è dell’1%, corrispondente al Giappone.
Per i moduli e le celle, il 94% proveniva dalla Cina, per gli inverter la quota è del 50%, e la percentuale delle wafer è del 79%. Il 3% degli inverter proviene dal Giappone e il 2% dal Regno Unito. Nel caso delle wafer, il 6% proviene dagli Stati Uniti e un altro 6% da Taiwan.
Per quanto riguarda le batterie, il 50% dei gruppi batterie, moduli e celle proviene dalla Cina. Nel caso dei materiali attivi anodici, la percentuale è dell’81%.
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