In Spagna saranno sviluppati due progetti fotovoltaici presso due penitenziari: quello del Centro Puerto III, a Cadice, e quello del Centro di Siviglia I.
In Andalusia, sorgerà un impianto fotovoltaico a terra da 2,69 MW presso il Centro Penitenziario Puerto III (El Puerto de Santa María, Cadice). Si stima che saranno prodotti circa 4,3 GWh annui di energia pulita, consentendo di coprire oltre l’81% del consumo elettrico del centro. La struttura dispone di una superficie utile di 37.600 m² e il budget del progetto è pari a 3,98 milioni di euro.
Invece, presso il Centro Penitenziario di Siviglia I, l’impianto fotovoltaico a terra avrà una potenza pari a 1,84 MW, con una produzione stimata di 2,77 GWh annui, che coprirà anch’esso più dell’81% della domanda elettrica del centro. La superficie disponibile è di 20.870 m²., mentre il budget del progetto ammonta a 2,27 milioni di euro.
Entrambi i progetti, attualmente in fase di sviluppo, includono sistemi di accumulo con batterie. Sia a Cadice che a Siviglia i lavori dovrebbero iniziare a dicembre 2025 e concludersi nel giugno 2026. Parallelamente, Cuerva sta installando 46 punti di ricarica elettrica distribuiti in 18 centri penitenziari di Andalusia, Murcia, Comunità Valenciana e Baleari. Queste infrastrutture saranno destinate all’uso del personale penitenziario e fanno parte del piano di modernizzazione e transizione verso una mobilità sostenibile promosso da Segipsa.
Ma in Italia, ci sono penitenziari con impianti fotovoltaici?
La risposta è affermativa e sono utilizzati sia per la produzione di energia elettrica che per il risparmio energetico e l’inclusione sociale dei detenuti.
A Palermo, presso la Casa Circondariale Pagliarelli, è presente un impianto fotovoltaico da circa 390 kW di potenza installato sui tetti di 13 edifici, composto da 2.353 pannelli e in grado di coprire circa un sesto del fabbisogno energetico dell’istituto.
A Cagliari, nella Casa Circondariale di Uta, è stato installato un impianto da 15 kW per alimentare i consumi energetici della lavanderia industriale presente al suo interno.
Percorsi formativi-lavorativi sono invece dedicati ai detenuti della casa circondariale Rosetta Sisca da svolgere presso l’adiacente impianto agrivoltaico da 11,8 MW Fattoria solare La Petrosa di EF Solare Italia, in costruzione presso il comune di Castrovillari (Cosenza).
A Gorgona, per esempio, il progetto di “rivoluzione ambientale” dell’isola in provincia di Livorno prevede nuovi impianti a pannelli fotovoltaici e una micropala eolica a servizio degli impianti di depurazione e delle utenze dell’isola-carcere.
Nel carcere di Bollate è attivo dal 2018 un progetto dedicato al trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Secondo quanto riportato da Amsa, che ha creato l’iniziativa, l’impianto è alimentato da pannelli fotovoltaici.
A Padova, infine, il Ministero della Giustizia ha appaltato la realizzazione di pensiline fotovoltaiche per il parcheggio della Casa di reclusione. I dati di dettaglio su potenza installata e date di entrata in esercizio non sono però pubblicamente disponibili, segno di come il tema sia ancora poco monitorato e comunicato a livello nazionale.
Più che fotovoltaico, i penitenziari hanno in passato attratto l’installazione di solare termico: il Ministero della Giustizia in una vecchia nota ha spiegato che il Gruppo di Studio per le Energie Alternative ha previsto la realizzazione di grandi impianti solari in penitenziari distribuiti su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo istituti come Caltagirone, Terni, Roma Rebibbia, Torino, Firenze, Taranto, Perugia e Napoli Secondigliano.
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