Il Parlamento norvegese (Storting) ha preso in considerazione la notifica del governo sull’apertura delle operazioni minerarie sulla piattaforma continentale. Accordo sulle aree rilevanti, ma l’opposizione sembra aumentare e la partita non è chiusa.
Ricercatori cinesi hanno valutato l’impatto dell’utilizzo fino al 50% del deserto del Sahara per la realizzazione di impianti solari su larga scala e hanno scoperto che questi potrebbero avere un impatto sulla copertura nuvolosa globale a causa delle teleconnessioni atmosferiche disturbate. Questo, a sua volta, avrebbe un impatto sulla stessa produzione di energia solare in Nord Africa, Europa meridionale, Penisola Arabica meridionale, India, Asia settentrionale e persino Australia orientale.
I ricercatori cinesi hanno esaminato 875 bacini artificiali del Paese e hanno scoperto che la potenziale produzione annua di energia per la tecnologia fotovoltaica galleggiante potrebbe raggiungere i 1.423,8 TWh.
In un Paese come l’Italia, con tanti vincoli architettonici, archeologici e paesaggistici, i sistemi fotovoltaici da installare direttamente su manti stradali sono una risposta concreta, dice la società francese.
Un tema che molti installatori ci hanno chiesto di affrontare è inerente alla possibilità – senza danni – di camminare sui moduli fotovoltaici sui tetti degli edifici. pv magazine Italia ha posto domande sul tema a Lorenzo Berrettini di LBL Elettrica di Jesi (AN), installatore che ha scelto soluzioni all’avanguardia.
Un gruppo di ricerca internazionale ha sviluppato un sistema di accumulo di energia in aria liquida (LAES) alimentato dal fotovoltaico per applicazioni edilizie. Le simulazioni suggeriscono che potrebbe soddisfare l’89,72% della domanda di energia, il 51,96% della domanda di riscaldamento e l’11% della domanda di raffreddamento in un edificio alimentato a energia fotovoltaica.
Nell’ambito dell’iniziativa Livinglab del Centro ODTÜ-GÜNAM per la ricerca e le applicazioni sull’energia solare, il nuovo progetto agrivoltaico della Turchia consentirà ai ricercatori di testare prodotti e processi produttivi sviluppando sistemi di inseguitori con algoritmi di controllo appositamente studiati per colture specifiche.
I ricercatori dell’NTU di Singapore e la startup EtaVolt hanno presentato un dispositivo di illuminazione ad alta intensità che, a quanto pare, può “rattoppare” i buchi causati dalla luce e dal calore nelle celle solari in silicio. Si sostiene che la nuova tecnica sia in grado di ridurre il degrado dei moduli solari fino a 5 anni e che sia utilizzabile per circa il 90% dei moduli solari disponibili sul mercato.
Un gruppo di ricerca spagnolo mira ad avvicinare il fotovoltaico a concentrazione alla redditività commerciale attraverso la miniaturizzazione dei suoi componenti. Gli scienziati sostengono che celle CPV più piccole possono ridurre i costi di produzione e consentire un migliore assemblaggio dei moduli CPV.
Un team di scienziati della Friedrich-Alexander Universität Erlangen Nürnberg ha stabilito un record di efficienza del 14,46% per un modulo fotovoltaico organico. La prestazione è stata certificata dal laboratorio di calibrazione fotovoltaica (CalLab) del Fraunhofer Institute for Solar Energy.
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