Il Collegio ha accolto il ricorso presentato contro il diniego a un impianto agrivoltaico da 7,5 MW rilevando la capacità di questa tipologia di progetti di rendere compatibili interessi pubblici comprimari
Il ministero ha pubblicato i nuovi elenchi a seguito dei controlli propedeutici: 4 progetti ammessi e 8 esclusi
Con gli ultimi due decreti pubblicati il 27 e 30 giugno per 122 MW complessivi, i provvedimenti salgono a 11.
A colloquio con pv magazine Italia il managing director Cristiano Spillati ha spiegato che la società considera chiusa la fase di “pure developer” e intende adottare un cambio di business model da sviluppatore a IPP o IPP ibrido. Sulla piattaforma aree idonee, ha evidenziato che potrebbe fornire informazioni fuorvianti.
I pareri positivi si aggiungono ai sette rilasciati da inizio giugno arrivando, così, a circa 626 MW tra fotovoltaico e agriPV.
Ricercatori svedesi e italiani hanno analizzato l’economia dei sistemi fotovoltaici monoassiali, verticali e sopraelevati per applicazioni agrivoltaiche, scoprendo che i sistemi agrivoltaici sopraelevati possono funzionare meglio quanto più sono installati a sud. Sono stati calcolati e confrontati anche il periodo di ammortamento scontato e il costo livellato dell’elettricità.
Tra le novità i princìpi del “sistema economico” agrivoltaico e l’aggiornamento dei criteri per la valutazione dei requisiti ministeriali
Enea e EF Solare Italia installano secondo impianto agriPV con strutture fisse, per poi confrontare i risultati con quelli dell’impianto esistente con tracker. pv magazine Italia ne ha parlato con i due enti.
Alessio Pinzone, Senior Director Renewable Energy presso RINA Prime, ha detto a pv magazine Italia che “per evitare rischi, gli operatori dovrebbero scegliere un partner agricolo strutturato”.
“L’agriPV fornisce soluzioni tangibili ad alcune sfide affrontate dai parchi solari tradizionali, come la riduzione della produzione o i ritardi nella connessione alla rete. Inoltre, è utile per la sicurezza alimentare dell’UE, sostenendo gli agricoltori dei principali Paesi produttori di alimenti dell’Europa centrale. La legislazione e i quadri di sostegno sono quindi fondamentali per sbloccare il suo potenziale”, ha scritto Ember nel suo ultimo rapporto.
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