I ricercatori della King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) dell’Arabia Saudita hanno analizzato le prospettive commerciali delle tecnologie fotovoltaiche tandem perovskite-silicio e hanno scoperto che, per avvicinarle alla maturità del mercato, il loro costo non dovrebbe superare del 30% quello delle controparti in silicio cristallino. La tabella di marcia sottolinea l’importanza di ridurre la degradazione della perovskite e di migliorare la stabilità del prodotto.
Per costruire una cella solare a perovskite invertita con un’efficienza certificata del 25,1% e una notevole stabilità, un gruppo di scienziati statunitensi ha utilizzato una nuova strategia di passivazione basata su molecole di metiltio modificate con zolfo. L’approccio di passivazione proposto ha portato a un aumento pari a cinque volte della vita del vettore e a una riduzione di tre volte delle perdite di rendimento quantico della fotoluminescenza.
Ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata hanno utilizzato strati tampone protettivi nelle celle solari di perovskite per mitigare i danni durante lo sputtering dell’ossido di indio-stagno nel processo di produzione. Gli strati tampone sono stati in grado di adempiere a questa missione senza compromettere la trasmittanza media visibile della cella.
Un team di studenti universitari olandesi, sotto l’insegna Top Dutch Solar Racing, ha installato celle tandem in silicio perovskite nella sua partecipazione alla 16ª edizione della Bridgestone World Solar Challenge. La gara è una spedizione di sei giorni e 3000 km attraverso il continente australiano, da Darwin ad Adelaide.
Un gruppo di ricerca algerino ha analizzato le caratteristiche elettroniche, elastiche, ottiche e termoelettriche della perovskite KGeCl3 per verificare se questo materiale senza piombo possa essere utilizzato per celle solari e altri dispositivi elettronici. Gli scienziati hanno scoperto che il nuovo materiale è un semiconduttore a bandgap diretto con energie di bandgap di 0,92 eV, 1,26 eV e 1,88 eV rispettivamente per le fasi cubica, tetragonale e ortorombica.
Alcuni scienziati australiani sostengono di aver raggiunto la più alta efficienza mai registrata finora per una cella solare di perovskite costruita su un substrato di acciaio. Hanno utilizzato un interstrato di ossido di indio-stagno (ITO) tra il substrato di acciaio e la cella, per evitare la diffusione del ferro al dispositivo fotovoltaico.
Toyota ha dichiarato che combinerà le celle solari in perovskite di EneCoat con le proprie tecnologie per i pannelli solari a bordo dei veicoli. Enecoat ha sviluppato un’efficienza di conversione dei moduli in perovskite del 19,4%.
L’Ing. Valerio Moschella, membro del consiglio di amministrazione di Iritaly Trading Company, di cui è responsabile Finanza e Servizi, ha spiegato a pv magazine il progetto che li vede attivi nello sviluppo di pannelli fotovoltaici innovativi in perovskite. Si tratta dell’azienda che ha organizzato la conferenza PVSPACE-2023 (New Generation Photovoltaics for Space), andata in scena la scorsa settimana presso l’Università La Sapienza di Roma.
Il produttore italiano di moduli ha acquisito la startup romana Solertix e ora mira ad portare la sua tecnologia di celle solari a base di perovskite verso la produzione su scala commerciale.
I ricercatori del NREL modellano i percorsi praticabili per fornire i 60 TW di capacità stimati necessari per la decarbonizzazione e studiano l’effetto che le tecnologie solari dirompenti possono avere sui costi di distribuzione e sulle opportunità di mercato.
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