Possibile accelerazione del fotovoltaico su aree industriali con il DL Semplificazioni

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Il decreto-legge sulle semplificazioni per i progetti PNRR (DL Semplificazioni), arrivato in Senato settimana scorsa, dovrebbe imprimere un’ulteriore accelerazione alle installazioni fotovoltaiche, partendo da una liberalizzazione sulle aree industriali e da un ruolo più marginale del Ministero della Cultura.

Il decreto per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) introduce quattro modifiche principali, ha spiegato Emilio Sani, avvocato e consigliere Italia Solare. 

“In primo luogo è prevista una liberalizzazione per impianti in area industriale, cava e discarica. L’unico vincolo è l’autorizzazione paesaggistica. Se viene interpretato correttamente da regioni, comuni e ministero, questo provvedimento potrebbe permettere a questi impianti di ottenere più velocemente le autorizzazioni e così finalmente avere un adeguato numero di impianti che possano accedere al sistema degli incentivi,” ha dichiarato a pv magazine l’avvocato Emilio Sani, consigliere di Italia Solare.

Secondo le sue valutazioni, le aste del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) continuano ad assegnare capacità minime perché non ci sono impianti in grado di parteciparvi in quanto le aree industriali tardano ad essere autorizzate.

“Un altro punto importante è il ruolo del Ministero della Cultura. Con il decreto parteciperà ai procedimenti soltanto quando gli impianti dovrebbero essere costruiti in area vincolata. Nel caso delle aree industriali la soprintendenza ha 30 giorni per pronunciarsi nel caso di autorizzazione paesaggistica,” ha aggiunto.

L’avvocato ha inoltre spiegato che, rispetto al Ministero della Cultura, altre novità derivano dal cambiamento del rapporto tra verifica archeologica e la valutazione di impatto ambientale (VIA): prima la verifica archeologica era necessaria come condizione preliminare per la VIA, ora le due procedono in parallelo. “Questo dovrebbe diminuire la durata dei procedimenti,” ha dichiarato.

Gli uffici del Ministero della Cultura non dovranno più essere coinvolti in molti casi. “Vengono abrogate le aree contermini, ovvero le aree vicine alle aree con vincoli. Rimane insomma il ruolo del ministero della Cultura nelle aree vincolate, ma non in prossimità delle aree vincolate,” ha aggiunto.

Sani ha anche spiegato che le semplificazioni per l’agrovoltaico sono ugualmente importanti, ma richiedono più cautela. Sarà necessario più tempo per avere delle conseguenze pratiche.

“Viene prevista una liberalizzazione anche per gli impianti agrovoltaici, ma, a differenza di quella prevista per le aree industriali, è condizionata a una serie di regole che devono essere ancora stabilite. Mentre la liberalizzazione sulle aree industriali avrà effetti domani, quella sull’agrovoltaico dipende dalla definizione delle aree idonee e dalle linee guida del GSE per il monitoraggio dell’attività agricola,” ha detto il consigliere di Italia Solare. 

Le installazioni agrovoltaiche non saranno possibili in aree protette. Gli impianti dovranno essere commissionati dagli imprenditori agricoli o da una joint venture a cui l’imprenditore agricolo conferisce il ramo d’azienda legato alla produzione agricola. “Questo non è facile perché la prevalenza dell’attività agricola dà accesso a incentivi fiscali,” ha aggiunto Sani.

Novità anche per quanto riguarda le comunità energetiche. “Previste delle semplificazioni per l’assegnazione delle aree da parte dei comuni al disotto dei 5000 abitanti alle comunità energetiche che prendono fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Non sarà necessario ricorrere alle procedure di gara del Codice dei Contratti Pubblici. Sono previste delle deroghe, pur in rispetto degli oneri di trasparenza,” ha spiegato.

Sani ha specificato, inoltre, che le piccole e medie imprese agricole possono accedere agli incentivi in modo semplificato anche per l’energia prodotta fuori dalla cabina primaria e non hanno il vincolo di 1 MW massimo per gli impianti in comunità energetiche. 

“Queste regole dovrebbero valere per le comunità energetiche fatte dalle piccole e medie imprese, ma anche dalle imprese che lavorano nel settore agroalimentare, nella produzione di bevande e sughero,” ha concluso.

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