Fondata nel 2021 nel Regno Unito, Field costruisce e gestisce infrastrutture energetiche verdi e gestisce siti di stoccaggio di batterie che forniscono energia pulita. L’azienda ha annunciato la sua espansione di Italia, con una sede a Roma e un team al cui timone c’è il General Manager Emanuele Taibi.
L’obiettivo dell’espansione in Italia è lo sviluppo di un portafoglio multi-gigawatt di impianti di accumulo di grande dimensioni in aree strategiche del nostro Paese. Infatti, la particolare geografia dell’Italia, con un importante potenziale di energia rinnovabile nel sud e una maggiore domanda di elettricità nel nord, rende molto interessante l’accumulo come soluzione infrastrutturale.
Field mira a gestire gli impianti autonomamente utilizzando la sua piattaforma proprietaria, partecipando al mercato elettrico per fornire in modo efficiente i servizi richiesti dalla rete, sempre piu’ basata su generazione solare ed eolica.
L’inserimento in Italia di Field avviene strategicamente alle porte della nuova normativa sull’accumulo attesa per le prossime settimane.
Di seguito l’intervista del General Manager Emanuele Taibi rilasciata a pv magazine.
pv magazine: Ing. Taibi, quali sono le principali difficoltà nel comparto in Italia?
Taibi: Al momento il mercato è in una situazione dove c’è fermento dal lato dello sviluppo, ma non ci sono ancora le condizioni per investire. Siamo tutti pronti a partire, ma sono necessari aggiornamenti normativi per passare dai progetti pilota sui servizi di rete ad un mercato dei servizi di rete (MSD) dove gli operatori specializzati sull’accumulo possano giocare un ruolo centrale nel ridurre il costo dei servizi di rete grazie ad un’ottimizzazione delle operazioni degli accumuli sull’MSD di tipo “merchant”, accoppiata con il time shifting di grandi volumi di elettricità, essenzialmente da fotovoltaico, tramite le aste ex. art. 18.
In tema di accumulo energetico, qual è il gap ad oggi tra Italia e Regno Unito?
Il mercato UK e’ un mercato maturo. Ci sono prodotti sul mercato dei servizi di rete dedicati all’accumulo. Ci sono regole disegnate per minimizzare il costo per la fornitura di servizi di rete utilizzando tutte le tecnologie disponibili, incluso l’accumulo. Infine, ci sono molto operatori che competono tra loro nell’ottimizzazione delle “stacked revenues”, massimizzando il ritorno per gli investitori ed allo stesso tempo l’efficienza nell’utilizzo degli asset, minimizzando quindi il costo finale dei servizi di rete per il consumatore. In questo momento l’Italia ha un grande potenziale, un’importante pipeline di richieste di connessione, ma quasi nulla di installato in termini di impianti stand-alone di grandi dimensioni. Il mercato attende nelle prossime settimane le nuove regole dell’ARERA relative alle aste per l’approvvigionamento della capacità di accumulo. La differenza nell’approccio alla regolamentazione italiana rispetto a quella in UK è una tendenza meno “merchant” e più regolamentata, con il rischio che si configuri un utilizzo non ottimale degli asset ed un mercato limitato ai grandi player che hanno accesso a capitali a basso costo. Siamo in attesa di leggere la versione finale delle regole per capire se alcuni di questi temi, sollevati dalle associazioni di categoria, sono stati affrontati e migliorati nella versione finale delle regole.
Quali sono in Italia gliobiettivi in termini di potenza a breve termine?
Gli obiettivi sono stati inizialmente promulgati in maniera indicativa negli scenari di Terna e Snam, e poi internalizzati nel piano di sviluppo 2023 di Terna. Un eccellente documento che traccia la rotta per le infrastrutture di rete in Italia ed il loro ruolo centrale per la decarbonizzazione del Paese. Field è attiva in Italia per contribuire a questi obiettivi al meglio delle nostre capacità e facendo leva sull’importante esperienza nel mercato UK. Il piano di sviluppo di Terna prevede di passare da 7.9 GW di accumulo – essenzialmente pompaggio e accumulo elettrochimico distribuiti – a 22.5 GW nel 2030, con un importante ruolo: oltre 11 GW aggiuntivi in meno di 7 anni per l’accumulo stand-alone.
E invece quelli a lungo termine?
A lungo termine questi obiettivi continueranno a crescere, ma meno rapidamente poiché ci si aspetta che l’utilizzo “smart” dei veicoli elettrici e degli accumuli residenziali e commerciali possa fornire un contributo importante ai fabbisogni di sistema. In ogni caso, con la rapida crescita del fotovoltaico e dell’eolico prevista dal 2030 al 2050, i fabbisogni di flessibilità continuano a crescere, con l’accumulo che continuerà a giocare un ruolo centrale per l’affidabilità del sistema elettrico e per il “time shifting” della generazione fotovoltaica.
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