Quattro voci sul decreto agrivoltaico innovativo: la partita non è finita, prime impressioni positive

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Le voci del mondo agricolo e di quello fotovoltaico apprezzano le possibilità derivanti dal nuovo decreto che promuove la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale pubblicato ieri. Gli esperti dei settori coinvolti rilevano che mancano comunque ancora alcuni dettagli. Su questo c’è una convergenza di opinioni. D’altra parte rimangono le divergenze: portatori d’interesse chiedono una semplificazioni, altri si aspettano maggiore attenzione ad aspetti come l’uso d’acqua e la produttività agricola. pv magazine Italia ha raccolto quattro voci.

“Accogliamo positivamente il decreto appena uscito che sancisce l’importanza dell’agricoltura stimolando l’investimento degli stessi agricoltori riconoscendone anche un ruolo sperimentale. Procedure un po’ complesse, attendiamo istruzioni operative,” ha commentato a pv magazine Italia Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna.

Barbara Paulangelo, REA Advisors, consigliera di AIAS ha sottolineato che la tariffa incentivante da riconoscere all’energia netta è differenziata per zone geografiche: 95€/MWh per le regioni del Nord, 89 €/MWh per il Centro e 85 €/MWh per il Sud. Fa poi notare che la tariffa è ridotta sulla base del ribasso offerto in sede di procedura (non inferiore al 2%). “Il decreto disciplina le procedure che avranno luogo nel corso del 2024; potranno partecipare a tali procedure impianti agrivoltaici autorizzati per i quali non siano ancora stati avviati i lavori, che dovranno entrare in esercizio entro il 30 giugno 2026. Per l’accesso agli incentivi i sistemi agrivoltaici dovranno avere un’altezza minima dal suolo di 2.1 m (1.3 m in caso di attività pastorale) e dovrà essere destinato ad attività agricola almeno il 70% dell’area occupata dal sistema”, ha aggiunto Paulangelo, sottolineando che mancano ancora due tasselli: la Procedura Operativa in pubblicazione dal GSE sugli aspetti di dettaglio e le Linee Guida CREA—GSE che dovranno definire dettagli e specifiche dei sistemi di monitoraggio, obbligatori ai fini dell’ammissione alle tariffe, che riguarderanno: impatto sulle colture, risparmio idrico, produttività agricola.

“L’agriPV avanzato, secondo il requisito D.1. delle Linee Guida del MASE dovrà, per tutta la vita utile, monitorare  il risparmio idrico. Anche il decreto PNRR, pubblicato ieri, evidenzia l’importanza del sistema di monitoraggio. Inoltre, le Linee Giuda contengono ulteriori requisiti e caratteristiche premiali per tali sistemi. Infatti, è consigliata l’adozione di specifiche soluzioni integrative mirate all’efficientamento della risorsa idrica stessa. Tuttavia, sembra che il decreto (Allegato 2) non tenga conto di tali soluzioni nella lista dei requisiti per gli impianti che saranno premiati. Conseguentemente, i sviluppatori che fino adesso, seguendo le indicazioni delle Linee Guida, hanno progettato in modo integrale, prevenendo soluzioni quali convogliatori, serbatoi, distributori localizzati, sistemi di automazione e combinazioni applicabili si troveranno a sostenere questi costi senza alcun extra beneficio in ottica di premialità. In attesa della pubblicazione delle Linee Guida CREA – GSE, la previsione del solo sistema di monitoraggio sembra sia sufficiente per poter beneficiare dei fondi del PNRR,” ha commentato Oltis Dallto, AgriPV Manager di Juwi Italy.

“Scopriremo tra un paio di settimane se l’agrivoltaico avanzato avrà successo, quando saranno approvate le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. L’opportunità è sicuramente interessante per i progetti che sono già in uno stato autorizzativo avanzato o per quelli che riusciranno a sfruttare al meglio le semplificazioni. L’obiettivo dell’entrata in esercizio al 30 giugno 2026 è sfidante, soprattutto per i molti impianti ancora in attesa del parere di VIA (Nazionale). Da considerare, tra i punti critici, che i progetti devono rispettare i parametri contenuti nelle linee guida CREA-GSE su mantenimento della continuità agricola, poiché se lo schema dovesse essere troppo rigido questo potrebbe scoraggiare gli operatori. C’è poi da considerare un’ulteriore criticità a livello di possibile perdita dei benefici se si realizza un impianto di potenza inferiore a quella ammessa in graduatoria che è una condizione che spesso si verifica in fase esecutiva,” ha commentato Rolando Roberto, vicepresidente Italia Solare.

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