Terna, nel piano industriale 10,8 miliardi per le reti e focus sulla “just transition”

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Terna ha presentato martedì il piano industriale 2024-2028 in cui prevede investimenti per lo sviluppo della rete elettrica per 10,8 miliardi di euro.

Gli interventi includono: realizzazione di linee in corrente continua e costruzione di collegamenti in cavo sottomarino; risoluzione delle congestioni di rete; incremento della capacità di trasporto tra le diverse zone di mercato; integrazione delle fonti rinnovabili e al miglioramento della qualità del servizio.

Nuove opere infrastrutturali

Il piano prevede la conclusione o realizzazione di alcune grandi opere infrastrutturali, tra cui rientrano: il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania; l’Adriatic Link, collegamento sottomarino che unirà l’Abruzzo e le Marche; il Sa.Co.I.3, l’infrastruttura tra Sardegna, Corsica e Penisola italiana; l’elettrodotto a 380 kV Chiaramonte-Gulfi-Ciminna in Sicilia.

Per quanto riguarda lo stato di avanzamento del Tyrrhenian Link, sul “Ramo ovest” è previsto l’avvio della realizzazione delle opere civili delle stazioni di conversione, mentre sul “Ramo est” avrà inizio la realizzazione delle installazioni dei cavi terrestri.

Francesco Beccali, direttore finanziario, in conferenza stampa ha aggiunto che “il Thyrrenian Link è un progetto che vale 3,7 miliardi e l’entrata in esercizio di questo sarà scaglionata su tre anni tra il 2026 e il 2028”.

Per quanto riguarda l’Adriatic Link, a valle delle aggiudicazioni dei contratti principali, partiranno le attività di progettazione esecutiva. Tra le principali infrastrutture della rete di trasmissione nazionale (RTN), sono inoltre previste le entrate in esercizio della Stazione di Monte Malo (VI) e di Ponte Caffaro (BS).

Tra le interconnessioni con l’estero la più importante è il “ponte energetico invisibile” Elmed che unirà Italia e Tunisia. Al proposito Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna, in conferenza stampa ha detto: “supportiamo il piano Mattei con un progetto concreto che servirà a interconnettere 220 km di cui 200 sotto il livello del mare a 800 metri di profondità. Già all’avvio questo progetto vanta due primati: sarà la prima connessione diretta tra i due Continenti e per la prima volta la Commissione europea assegna un finanziamento a un progetto che vede la partecipazione di un Paese non membro della UE”.

Non si tratta in realtà del primo elettrodotto tra i due continenti: nel 1997, per esempio, è stata lanciata l’interconnessione in corrente alternata Tarifa-Fardioua, che connette Spagna e Marocco. Si potrebbe però trattare del primo elettrodotto a corrente continua ad alta tensione. La conferenza stampa non ha poi fornito ulteriori dettagli sulle tempistiche di realizzazione dell’elettrodotto Elmed.

Altri investimenti

Il Piano industriale prevede poi 1,7 miliardi nel “Piano di Sicurezza” e 2,9 miliardi nel “rinnovo ed efficienza degli asset”. Il restante miliardo è destinato ad attività non regolate “volte a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e digitali”.

Terna ha inoltre evidenziato che la sostenibilità avrà un ruolo sempre più centrale nelle strategie aziendali. Al proposito, per la prima volta, nel piano industriale è incluso anche un “Piano di Sostenibilità”. Le attività previste includono progetti e azioni volti a perseguire la “Just Transition: un processo giusto, inclusivo e attento ai possibili impatti su tutti gli stakeholder, tra i quali ad esempio lavoratori, comunità locali e fornitori”.

Tra le principali novità rientra l’istituzione della “Fondazione Terna” che, ha detto ancora Di Foggia, avrà un triplice scopo: “l’alfabetizzazione energetica, combattere la povertà energetica, avviare corsi specialistici per abilitare nuove professioni e dare la possibilità alle persone di poter essere impiegati nell’ambito energetico”.

Sull’opportunità di acquistare asset di alta tensione o cabine da altri operatori, Di Foggia ha risposto che “Arera con la delibera 116 del 27 dicembre del 2023 incentiva i distributori a dismettere alcuni asset che dal punto di vista tecnico sono molto più funzionali alla trasmissione e all’alta tensione. Quindi sono in corso degli assesment tecnici preliminari facendo considerazioni su questo tema”.

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