Ad Acqui Terme nascerà una Comunità energetica rinnovabile

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Il Comune di Acqui Terme ha ufficialmente avviato il progetto per la realizzazione della sua Comunità energetica rinnovabile (CER), una delle prime in Piemonte a nascere attraverso un partenariato pubblico-privato. Il percorso, iniziato nel 2021 e inserito nel programma elettorale dell’attuale amministrazione, ha visto il coinvolgimento della Provincia di Alessandria e il supporto dello studio legale DWF, che ha curato la procedura di gara.

pv magazine Italia ne ha parlato con Mario Pasquilino, l’assessore all’Ambiente del Comune di Acqui Terme. “Il progetto è ormai alle battute finali: il consiglio comunale ha approvato la costituzione della Fondazione e a breve si procederà alla firma dal notaio. La CER di Acqui Terme è pronta a prendere forma e ci aspettiamo una grande partecipazione dei cittadini non appena apriremo le adesioni poiché potranno usufruire di energia pulita a condizioni vantaggiose. Intanto, oltre dieci comuni limitrofi hanno già manifestato la volontà di aderire, e anche alcune aziende si sono fatte avanti”.

“Già dal 2021 avevamo individuato le Comunità energetiche come una strada promettente. Sapevamo che, nel tempo, il quadro normativo si sarebbe evoluto e che sarebbero nate anche CER private, più snelle nella creazione e gestione ma meno orientate all’interesse collettivo. Abbiamo quindi deciso di realizzare una CER pubblica e garantire governance trasparente e un modello di riferimento per altre realtà”.

Pasquilino racconta che l’iter ha avuto un’accelerazione con il decreto Cacer del giugno 2023, che ha definito i termini di attuazione delle CER. Il primo passo concreto è stata una manifestazione d’interesse aperta, volta a raccogliere proposte da operatori economici interessati a realizzare il progetto tramite project financing. Tra le diverse aziende che si sono fatte avanti – tra cui anche grandi player – la proposta più solida è arrivata da Green Wolf CER, che ha poi vinto la gara.

“Uno degli aspetti chiave per concretizzare il progetto era coinvolgere soggetti pubblici che potessero dare il via a un partenariato pubblico-privato. A questo scopo, il Comune ha coinvolto la Provincia di Alessandria, che ha dato il proprio benestare e supporto, siglando un accordo quadro che ha permesso di avviare la procedura di gara”.

Grazie a questa collaborazione, anche alcuni edifici provinciali sono entrati nel progetto come il Liceo Parodi e l’Istituto Rita Levi Montalcini. Il Comune di Acqui Terme, invece, ha messo a disposizione il centro sportivo Monbarone, il tribunale (che ospita uffici pubblici e servizi socio-assistenziali) e il centro ricreativo per il gioco delle bocce. Complessivamente, si tratta di cinque edifici che ospiteranno altrettanti impianti fotovoltaici.

L’investimento previsto per la realizzazione degli impianti ammonta a circa 4 milioni di euro e l’amministrazione si sta attivando su cinque cabine elettriche per permettere l’ulteriore ampliamento dell’area coinvolta.  “I lavori partiranno in primavera”, dichiara Pasquilino.

“Nel momento in cui è nata l’idea della CER, la normativa limitava la potenza complessiva a 1 MW. Oggi, invece, è possibile creare più impianti che condividano l’energia all’interno della stessa comunità, permettendo a nuovi soggetti di aderire in futuro”.

Un altro aspetto fondamentale del progetto è stata la scelta della forma giuridica. Il Comune ha optato per una Fondazione di Partecipazione, un modello di diritto privato applicabile anche al settore pubblico, che permette agli aderenti di entrare e uscire liberamente.

Il politico di Acqui Terme ha precisato che dal punto di vista economico, il progetto non comporta alcun costo per il Comune di Acqui Terme e per i cittadini e le imprese aderenti sono previsti vantaggi significativi. “L’energia prodotta sarà venduta a una tariffa agevolata con uno sconto del 15% rispetto al PUN. Inoltre, chi partecipa con un proprio impianto o come impresa potrà beneficiare di incentivi fino al 90% della produzione, con un contributo di 120 euro per ogni MWh prodotto da fonti rinnovabili”.

L’assessore ci ha raccontato che altri enti locali stanno guardando con interesse l’esempio di Acqui Terme, come ad esempio Asti e Vercelli.

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