Barrel è un sistema modulare, componibile e plug-and-play, progettato per essere utilizzato senza utensili o tecnici specializzati. Pensato per ospedali e zone disastrate (come successo in Emilia Romagna dopo l’alluvione), la società italiana che lo produce riporta di aver aumentato le esportazioni del 600% verso il continente africano in 16 mesi. Si collega “come un set di costruzioni Lego” e, dice il suo fondatore, è operativo in pochi minuti. È composto da un pannello da 6 kW, un inverter off-grid da 6 kVA, alimentabile da fotovoltaico, rete o generatore; da una batteria al litio LiFePO4 oppure super capacitors; sistema di controllo e protezione integrato. Ha partecipato in questi giorni a un’iniziativa promossa dal Ministero della Difesa per esplorare soluzioni tecnologiche a supporto della transizione energetica in ambito militare. Ne abbiamo parlato con il fondatore Matteo Villa.
Le prime collaborazioni con il settore della difesa sono iniziate tempo fa, non come reazione a eventi geopolitici recenti, ma come naturale evoluzione tecnica. Anche le forze armate stanno attraversando un profondo processo di elettrificazione delle operazioni, guidato dall’efficienza, dall’autonomia e dalla necessità di silenzio operativo. L’adozione di droni elettrici, sensori di sorveglianza avanzati, sistemi di comunicazione mobili e robotica militare richiede soluzioni energetiche flessibili, sicure e immediatamente disponibili. In questo scenario, Barrel ha portato l’esperienza maturata in contesti umanitari complessi al servizio della sicurezza nazionale, offrendo una piattaforma modulare pronta all’uso.
La collaborazione con le forze armate potrebbe portare anche a un cambiamento tecnologico della soluzione che offrite?
Assolutamente sì. Il confronto diretto con tecnici e operatori dei corpi interforze ci ha già portato a sviluppare varianti speciali del Barrel, con componentistica rinforzata, per risposte rapide in termini di potenza e connettori a standard militare. Il sistema è concepito fin dall’origine come modulare, il che ci permette di adattarlo con rapidità a diversi teatri operativi. È un percorso condiviso: la difesa ci offre sfide tecniche stimolanti e noi mettiamo a disposizione una tecnologia flessibile, robusta e già ampiamente collaudata.
In questi giorni state organizzando/avete organizzato degli eventi insieme al ministero della Difesa, insieme a tecnici militari interforze e ad altre autorità. Quale il riscontro finora?
Abbiamo recentemente partecipato all’attività interforze denominata “Smart Military Camps: efficientamento energetico e sostenibilità logistica”, un’iniziativa promossa dal Ministero della Difesa per esplorare soluzioni tecnologiche a supporto della transizione energetica in ambito militare. Un ottimo evento, organizzato veramente bene.
Il riscontro è stato estremamente positivo. Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri durante intense giornate di test sul campo, formazione tecnica e confronto operativo. È stato un momento prezioso non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano: condividere l’esperienza con professionisti giovani, motivati e altamente qualificati ha arricchito il nostro approccio e rafforzato il legame con il sistema difesa.
Le esercitazioni hanno confermato la rapidità di installazione, l’affidabilità operativa e la versatilità del sistema Barrel in ambienti complessi. Da questo dialogo concreto sono già nate nuove idee progettuali, che porteranno a versioni ottimizzate del sistema pensate proprio per rispondere alle esigenze del comparto militare.
Nel campo della difesa, la vostra soluzione si addice a specifiche esigenze? Un esempio?
Sì, il sistema Barrel è perfettamente compatibile con numerosi scenari operativi. Un caso emblematico è l’alimentazione autonoma di postazioni mobili di comando e comunicazione, dove serve energia continua, silenziosa e sicura. Ma l’ambito applicativo è molto più ampio: ricarica di droni elettrici (aerei, terrestri, marini) direttamente sul campo; supporto a reti di sensori e sistemi digitali distribuiti, che includono decine di migliaia di micro-device da alimentare; fornitura di energia per campi base mobili, illuminazione, climatizzazione, cucine da campo e strutture mediche mobili; mobilità tattica elettrica, come robot da ispezione, veicoli anfibi leggeri e mezzi per il pattugliamento silenzioso; sistemi di sorveglianza robotizzata autonoma, sempre più presenti nei moderni scenari difensivi.
Avvertite un maggiore interesse da quando l’UE ha annunciato l’intenzione di aumentare investimenti nella difesa?
Sicuramente l’annuncio ha accelerato l’attenzione sul tema, ma il nostro coinvolgimento con il settore difesa era già iniziato da tempo. Riteniamo che la sicurezza energetica sia un asset strategico e che la transizione verso soluzioni autonome e digitali debba riguardare anche le forze armate. I nuovi investimenti europei possono facilitare l’adozione su larga scala di tecnologie già disponibili, come Barrel, nate nel mondo umanitario ma pronte per essere utilizzate anche in contesti militari.
Quali sono gli altri fattori che vi hanno fatto abbracciare questo segmento?
Abbiamo sempre operato in aree remote e complesse, dove l’energia è un bene critico. Portare questa competenza anche al servizio della difesa italiana è stato un passo naturale. Inoltre, crediamo nel valore del trasferimento tecnologico tra civile e militare: molte innovazioni nascono proprio dalla contaminazione tra esigenze operative differenti. La difesa ci offre un contesto stimolante, fatto di rigore, precisione e rapidità, in cui siamo felici di portare il nostro contributo, con una tecnologia interamente progettata e realizzata in Italia.
Pensate che dovrete cambiare fornitori per un discorso di sicurezza o queste soluzioni si addicono comunque anche alle richieste di sicurezza più stringenti?
Quando lavoriamo nel settore della difesa europea, adottiamo una filiera selezionata, con componentistica proveniente da Europa, Svizzera e Canada, e, se richiesto, software sviluppato in ItaliA. Questo approccio ci permette di rispondere con prontezza alle esigenze di sicurezza, controllo e riservatezza richieste dai contesti più delicati.
La nostra tecnologia è già concepita per ambienti sensibili e può essere facilmente personalizzata con hardware rinforzato, connettori militari e firmware dedicati, senza dover cambiare fornitori. Collaboriamo con partner affidabili come Energy Spa capaci di garantire standard elevati e tracciabilità completa lungo tutta la catena di fornitura.
Quali le modalità di espansione?
Sono tre: collegamento in parallelo fino a 30 kVA per aumentare la potenza disponibile; configurazione trifase 18 kVA, per esigenze industriali e militari; estensione moduli batteria, fino a superare i 86,4 kWh complessivi.
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