Riciclo dei moduli fotovoltaici: le grandi opportunità della ZES nel Sud Italia

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Un recente lavoro scientifico ha valutato la redditività di un impianto di riciclo di moduli fotovoltaici. Il lavoro nasce dalla sinergia di un gruppo interdisciplinare appartenente a diversi atenei italiani quali Sapienza Università di Roma, Università dell’Aquila e Politecnico di Milano. pv magazine italia ha intervistato Idiano D’Adamo, Professore della Sapienza Università di Roma, autore dello studio insieme a Francesco Ferella, Massimo Gastaldi, Nicolò M Ippolito e Paolo Rosa.

“Gli impianti fotovoltaici hanno un ruolo cruciale all’interno dell’European Green Deal, che mira a contrastare il riscaldamento globale e a fornire energia accessibile e pulita. Tuttavia, dal punto di vista della gestione circolare del fine vita, ci sono ancora grandi problemi da risolvere per recuperare i materiali da questo tipo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infatti, se non sono gestiti correttamente possono potenzialmente danneggiare l’equilibrio degli ecosistemi, stimolare involontariamente l’estrazione di ulteriori risorse e ridurre il beneficio ambientale netto associato all’energia solare. Altre potenziali problematiche in fase di gestione sono relative al tipo dei materiali incorporati, al traffico dei rifiuti illegali e all’ubicazione dei produttori”.

L’analisi concerne un impianto che può trattare 3000 tonnellate in un anno, corrispondenti a circa 40 MW di moduli fotovoltaici. La variabile economica che impatta maggiormente sui risultati è il costo evitato in discarica. Infatti, quando tale valore è nullo, l’impianto non è quasi mai profittevole e la probabilità di avere un Valore Attuale Netto positivo è pari all’1,1%.

“La situazione cambia significativamente quando il costo evitato in discarica è pari a 200 €/ton o 350 €/ton, in cui la probabilità di avere un VAN positivo è pari al 35,2% e 87,6% rispettivamente. Quindi è fondamentale collegare la tariffa di smaltimento dei moduli fotovoltaici ai benefici circolari associati al loro recupero. Inoltre, è opportuno evidenziare che un’analisi del punto di pareggio, ossia il valore che rende il VAN nullo, su tale variabile oscilla in modo significativo valutando diversi contesti di mercato in cui sono stati presi in considerazione molteplici scenari di prezzo dei materiali, investimenti e costi di processo. Infatti, tale valore oscilla tra 6-475 €/ton”.

I risultati di questo lavoro forniscono alcuni suggerimenti politici. “Lo sviluppo delle energie rinnovabili non è più rinviabile e l’Italia dovrebbe maggiormente usufruire dei buoni livelli di insolazione. Unitamente allo sviluppo delle energie rinnovabili, vanno affiancati modelli di economia circolare in cui recuperare materie prime di cui altrimenti non disporremo. Dopo l’errore di essere stati energeticamente dipendenti dalla Russia, non si può far decollare una transizione ecologica in cui saremo fortemente dipendenti dalle materie prime provenienti dal continente asiatico. L’industria europea va supportata in tale direzione”.

“Il progetto “adotta un impianto fotovoltaico” richiesto da tempo va attuato e gli impianti di riciclo del fotovoltaico, unitamente agli altri RAEE, potrebbero essere realizzati nelle zone ricadenti nell’unica Zona Economica Speciale per l’intero Sud Italia. Di tratta di una misura fortemente voluta dal ministro per gli affari europei Raffaele Fitto per dare spazio a lavoro e crescita”, ha concluso il Prof. D’Adamo.

 

 

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