“Non è possibile avere tutto per tutti”. Così ha concluso la sua presentazione Federico Boschi, Capo Dipartimento del Dipartimento energia (DiE) del Mase, sottolineando che l’autorizzazione di impianti FER è funzionale alla realizzazione di un sistema energetico decarbonizzato. Lo scopo non sembra essere quello dei prezzi, ma trovare una quadra dei diversi interessi coinvolti.
“Ci si meraviglia se le regioni vogliono avere le loro visioni su quello che vogliono realizzare. Dobbiamo renderci conto che non possiamo avere tutto”, ha detto Boschi durante l’Italian Renewables Investment Forum 2024.
Da quanto capito, la voce del Mase indica che il focus sui prezzi spot non è logico, perché “l’obiettivo non è risparmiare, ma decarbonizzare. Lo devo fare spendendo il meno possibile, ma non se le rinnovabili non sono le meno costose”.
Ma ci sono anche sviluppi positivi. Secondo il capo dipartimento del DiE, dopo le difficoltà con la Commissione europea fino a fine estate, i rapporti sono ora più semplici. Eventuali ritardi ora non dipenderebbero dalle istituzioni europee, dice Boschi.
“Sul FerX , c’hanno promesso che quando manderemo il testo finale, in un mese dovrebbero approvare il provvedimento”, ha detto Boschi, spiegando che i quantitativi del FerX sono variabili, funzionali al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Il Mase sostiene che i tempi più alti per le autorizzazioni e per la normativa in Italia rispetto agli altri Paesi europei siano più alti in funzione di una serie di complessità, per cui la decisione del Mase deve essere approvata da diversi soggetti, come altri ministeri e autorità europee.
Totalmente diversa la prospettiva di Elettricità Futura.
“Come Elettricità Futura vogliamo vendere l’elettricità al minor prezzo possibile, perché è molto importante: crediamo nell’elettrificazione dei consumi”, ha detto il presidente Agostino Re Rebaudengo, durante l’evento organizzato da Green Horse e Althesys.
L’associazione di categoria chiaramente sottolinea la necessità di promuovere l’accettazione delle rinnovabili, attraverso la spinta sui costi. Ma in questo momento non sembra possibile “eliminando la possibilità di fare gli impianti a terra”.
“La nostra preoccupazione non è quella di costruire gli impianti a 3 metri di altezza. Dobbiamo far sì che i costi di sviluppo e realizzazione di questi impianti siano in linea con il resto dell’Europa”, ha detto Re Rebaudengo, aggiungendo che i terreni sono centrali per diminuire i prezzi del costo dell’energia elettrica. “Ricordo che l’automobile più venduta è la Panda”.
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