Il mercato europeo dei PPA ha subito un rallentamento nel mese di maggio, con una diminuzione dei volumi dell’84% mese su mese e un calo del numero di transazioni del 45%. Lo dice Pexapark.
“La maggior parte delle commodity energetiche tracciate ha continuato la propria traiettoria al rialzo, mentre i prezzi dei PPA europei hanno mostrato movimenti contrastanti. L’Euro Composite di Pexapark ha chiuso con un aumento dell’1,2% mese su mese”, ha detto la società di market intelligence, aggiungendo che i mercati iberico e francese non hanno seguito la tendenza al rialzo tipica del continente. Il Pexapark EURO Composite ha chiuso a 49,4 EUR/MWh.
A maggio gli annunci di PPA sono stati 12, per un totale di 232 MW. Le aziende hanno firmato 184 MW, circa l’80% dei volumi (11 accordi).

Immagine: Pexapark
I volumi mensili non erano così bassi dal 2020, mentre il numero di transazioni è stato simile nel 2022.
I PPA su impianti fotovoltaici sono stati pari a 174 MW in nove operazioni, mentre l’eolico onshore ha raggiunto 58,1 MW in quattro operazioni. Sette sono stati i Paesi europei dove sono stati firmati PPA: Gran Bretagna (113 MW, 4 accordi), Irlanda (49,3 MW, 2), Francia (26,9 MW, 2), Italia, Polonia, Spagna e Svezia. Nessun accordo in Germania.
L’indice sui PPA italiani è rimasto sostanzialmente stabile, registrando un aumento dei prezzi dello 0,1%. A maggio, secondo quanto risulta a pv magazine Italia, l’unico PPA è stato firmato da Metlen e Iliad Italia. Si tratta di un PPA da 15 MW di 10 anni per la fornitura di energia solare da due parchi solari situati in Italia.
I dati di giugno dovrebbero essere invece migliori. Enfinity Global ha annunciato a metà mese la firma di contratti di acquisto di energia (PPAs) in Italia con un’azienda tecnologica statunitense per fornire energia rinnovabile da un portafoglio di 420 MW di progetti fotovoltaici.
Allo stesso tempo la politica italiana sembra parlare sempre più di PPA come mezzo per abbassare i prezzi dell’energia in Italia.
Il mercato PPA aveva ripreso slancio in Europa a marzo dopo due mesi di cali generalizzati in Europa, trainato soprattutto dal mercato italiano, che aveva fatto registrare numeri inauditi (4 PPA per un totale di 380 MW).
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